Per i docenti entrati in ruolo entro il 2014 che chiedono mobilità interprovinciale, sale la paura di perdere per sempre la titolarità nella scuola, per poi acquisirla in un ambito territoriale. Come potere evitare il problema della perdita di titolarità nella scuola per i docenti entrati in ruolo entro il 2014 che chiedono la mobilità interprovinciale in fase B? La soluzione esiste ed è praticabile in modo molto semplice: “Basta chiedere il trasferimento interprovinciale in un solo ambito territoriale tra gli ambiti disponibili in altra provincia diversa da quella di titolarità”.
In tal caso un docente titolare nella provincia X, che volesse trasferirsi in una provincia Y, ma non volesse rischiare di perdere la titolarità su scuola, dovrebbe scegliere un solo ambito della provincia Y, ordinare, secondo la propria preferenza, le scuole di quell’ambito, e poi non inserire nessun altro ambito. Così facendo, le ipotesi del risultato dell’esito del trasferimento sarebbero due; la prima è quella che il docente ottenga il trasferimento dalla provincia X ad una delle scuole scelte, tra tutte quelle disponibili ed elencate secondo ordine di preferenza, dell’ambito Y indicato; la seconda è quella di non ottenere il trasferimento in una delle scuole dell’ambito Y e rimanere titolare nella scuola della provincia X da cui aveva chiesto di essere trasferito.
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Chi invece vuole avere più probabilità di essere trasferito dalla provincia X a quella Y, oltre ad indicare il primo ambito e le relative scuole, deve anche inserire gli altri ambiti della stessa provincia. In tal caso aumentano le probabilità di riuscita della domanda di trasferimento, ma aumentano anche i rischi di finire titolari in ambito territoriale. Tuttavia è utilissimo sapere, in quanto non è stato sufficientemente spiegato fino ad ora, che nella fase B della mobilità interprovinciale dei docenti entrati in ruolo entro il 2014, si può sperare anche di entrare titolari in una cattedra lasciata libera da chi chiede il trasferimento verso altri ambiti sempre in fase B. Facciamo un esempio specifico, che possa rendere l’idea di quello che potrebbe verificarsi durante la fase B della mobilità interprovinciale.
Un docente chiede trasferimento dalla provincia di Reggio Calabria a quella di Cosenza nella fase B della mobilità, lasciando vacante una cattedra nell’ambito della città dello stretto, nella stessa classe di concorso un’altra docente da Crotone chiede l’ambito territoriale di Reggio Calabria e le relative scuole, tale docente può avere la titolarità in questa cattedra ai sensi dell’art.8 comma 4 del CCNI sulla mobilità. Infatti questo comma dispone che sono “altresì disponibili le cattedre ed i posti che si rendono vacanti per effetto dei movimenti in uscita, fatta salva la sistemazione del soprannumerario”. In buona sostanza nella fase B della mobilità interprovinciale si spera nel colpo di fortuna, puntando anche nelle cattedre che si rendono disponibili per effetto dei movimenti in uscita della fase B, che, bisogna sottolineare, non potranno andare alla fase A della mobilità, in quanto questa fase si sarà già chiusa definitivamente un mese prima.