Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una docente precaria, Lorenza Carrelli, che ha deciso di restare in GaE nella sua provincia e non partecipare alla fase nazionale del piano assunzioni.
“Sono una docente precaria di 53 anni, sposata e madre di due figli. Credo di non avere mai passato un’estate così carica di ansia e di preoccupazione, per me e la mia famiglia.
Ho deciso, insieme a mio marito, di non presentare domanda per le fasi B e C del piano di assunzioni.
A questa età e con una famiglia non posso accettare le condizioni che ci sono imposte per avere un posto di ruolo; a questo proposito qualcuno ha parlato, a ragione, di “deportazione di massa”.
Voglio solo rimanere nella GAE fino al loro esaurimento, coma sta scritto nella legge (dove si parla di “esaurimento” e non di “soppressione”, vero Ministro e tecnici vari??), e continuare a lavorare nella mia provincia, anche se come precaria.
Mi resta il dispiacere ed il rammarico per la fiducia che avevo riposto nelle “buona scuola” e nelle parole del nostro Presidente del Consiglio.
Non credo proprio sia questa la ‘Buona scuola’ che tutti aspettavamo”.