Il senato approva il disegno di legge per favorire la donazione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà e ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione dei prodotti alimentari.
La senatrice Laura Fasiolo, intervenendo al Senato, ha pure sottolineato che bisogna “educare al riutilizzo e alla donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale (è l’aspetto che vorrei sottolineare come elemento assolutamente positivo del provvedimento) deve partire dal mondo della formazione e della scuola, come peraltro qualcuno ha già accennato. Andrebbe valorizzato in tal senso il ruolo degli istituti scolastici in generale e, in particolare, quello degli istituti tecnici agrari e professionali con annesse aziende, il mondo dell’istruzione e della formazione professionale (alberghieri, indirizzi di cuochi, camerieri). È assolutamente importante valorizzare questo elemento attraverso i vari indirizzi.
Il processo educativo dovrebbe coinvolgere tutto il mondo della scuola, incluse le mense scolastiche, come ho avuto modo di rilevare in 7a Commissione, che ha ampiamente discusso su questo provvedimento.
Contribuire ad azioni positive per limitare gli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali, ridurre la produzione di rifiuti e promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il tempo di vita dei prodotti significa contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti.
Ma significa anche di più. Il potenziale del riuso per i viventi implica una sfera etica, una serie di valori da cui non possiamo prescindere: quelli della solidarietà sociale, dell’attenzione alle fasce deboli, del rispetto dell’ambiente.
Ed è ai giovani che va trasmessa una formazione culturale diversa, una cultura della donazione e un’etica della responsabilità e della consapevolezza dell’impatto sull’ambiente di ogni nostro gesto. Ciascuna azione, ciascun bene consumato lascia un’impronta ecologica più o meno sostenibile. Sta in noi saper amministrare le nostre impronte, non consumare in eccesso o consumare senza errori eccessivi, attraverso un riutilizzo positivo che non intacchi in modo irreversibile le risorse da destinare alle future generazioni. Sono questi il senso, la ratio e la filosofia del disegno di legge.
La Carta di Milano, che in molti abbiamo sottoscritto e condiviso, è richiamata in questo disegno di legge, quando fa riferimento ai diritti di tutti ad una quantità sufficiente di cibo, sano e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari personali; quando richiama alla consapevolezza che una delle maggiori sfide dell’umanità sarà quella di nutrire una popolazione in costante crescita – come ha detto qualcuno prima – senza danneggiare l’ambiente; quando richiama gli impegni alla cura del cibo di cui ci nutriamo.
Il disegno di legge prevede un’attività di corretta informazione e sensibilizzazione dei consumatori, che deve coinvolgere i media, il servizio pubblico radiotelevisivo, le istituzioni, il mondo della formazione e della ricerca, per indurre comportamenti improntati a criteri di solidarietà e sostenibilità. Esso prevede inoltre, per chi attui la cessione gratuita degli alimenti al fine di solidarietà sociale, procedure semplificate che incoraggino produttori, distributori e trasformatori. Questo è previsto dal capo II, dove il disegno di legge invita a dare priorità nelle donazioni agli indigenti, ferma restando la piena garanzia sull’integrità dell’imballaggio primario e delle idonee condizioni di conservazione.
Sottolineo quanto sia significativo che il disegno di legge introduca il criterio di premialità, dando ai Comuni la facoltà di applicare alle rese, alle attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che distribuiscono beni alimentari e che, a titolo gratuito, cedono tali beni alimentari agli indigenti, un coefficiente di riduzione della tariffa di asporto rifiuti, proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione. È davvero un’importante opportunità, che auspico i sindaci vogliano cogliere convintamente, poiché i benefici ricadono sulla collettività.
Cito l’articolo 7, che coinvolge il mondo degli enti pubblici, nonché gli enti privati del non profit costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, in attuazione del principio di sussidiarietà, che potranno attuare gli scopi della presente legge.
Rilevo infine l’importanza della costituzione del previsto tavolo di coordinamento, con compiti di formulazione di proposte e pareri relativi alla gestione del fondo per la distribuzione di derrate alimentari; di formulazione di proposte per lo sviluppo di iniziative di informazione, sensibilizzazione alla donazione e al recupero di eccedenze; di formulazione di proposte per la definizione di provvedimenti relativi a specifici incentivi per i soggetti coinvolti nella donazione; di monitoraggio delle eccedenze e degli sprechi alimentari; di promozione di progetti innovativi e studi finalizzati alla limitazione degli sprechi alimentari e all’impiego delle eccedenze; di formulazione di proposte per favorire la messa in rete e l’aggregazione delle iniziative promosse da soggetti pubblici e privati.
Il tavolo è composto da rappresentanti di vari Ministeri: Ministero delle politiche agricole e forestali, Ministero del lavoro, Ministero dell’economia e delle finanze, della salute, dell’ambiente del territorio e del mare, dello sviluppo economico e quant’altro, ma anche il Ministero dell’istruzione. Voglio sperare che, considerate le implicazioni educative del provvedimento, si aggiunga un posto a tavola anche per una rappresentanza del MIUR e che, nella concreta attuazione dei regolamenti, se ne tenga conto, tanto più che la presenza al tavolo non comporta alcun onere aggiuntivo, neppure rimborsi spese.
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