Le dimissioni si danno, non si annunciano. Stefano Fassina, che da settimane minacciava di lasciare il Pd, stavolta è passato alle vie di fatto: la dichiarazione è arrivata nella periferia romana, tra Capannelle e e Centocelle, dove ha riscosso i nonsensi del popolo. Da lì a poco è arrivata la conferenza stampa per l’addio ufficiale. A poche ore dal via libera del Senato alla riforma, attraverso la fiducia, che ritiene “grave per le istituzioni e insostenibile per il Pd, dopo mesi di mobilitazioni, uno sciopero, il voto delle amministrative che ha chiaramente indicato una rottura con parte del popolo del Pd ci saremmo aspettati una apertura al dialogo, non tanto con la minoranza del Pd ma con chi si è sentito abbandonato”.
L’annuncio ufficiale arriva da una conferenza stampa al Montecitorio. Cdi fianco ha l’on. Monica Gregori! che ha apreso la stessa decisione. Fassina espone tutto il suo astio per quelo che reputa un tradimento del suo partito nei confronti dei suoi elettori: “il Pd si è riposizionato anche in termini di interessi che vuole rappresentare, sempre più attento all’establishment, a Marchionne, agli uomini della finanza internazionale che invadono le amministrazioni pubbliche, è subalterno a una politica economica che non funziona”.
“Lasciamo il Pd con spirito costruttivo – ha aggiunto – non passiamo all’opposizione e in Parlamento valuteremo i provvedimenti nel merito cercando di dare un contributo. Siamo tutti convinti che sia necessario il cambiamento ma deve essere progressivo e non regressivo come dimostrano le scelte degli ultimi mesi”.
“Ho con sofferenza lasciato il Pd, l’ho fatto nella periferia romana perchè lì stanno le mie radici, lì sono le persone che mi hanno sostenuto alle elezioni, lì sono quelli che voglio rappresentare e a cui devo dare delle risposte”, l’obiettivo “è ricostruire una sinistra di governo che non sia subalterna al liberismo economico e ai poteri forti”.
Per l’ex viceministro dell’Economia, si tratta della “ennesima forzatura che riguarda anche il programma con cui siamo stati eletti e che non prevedeva questo, per noi la scuola rappresenta l’ultimo episodio di una vicenda che non abbiamo condiviso, come il jobs acts”.
Esprime soddisfazione per la scelta dell’ormai ex dell’ormai ex dem, il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni: “Stefano Fassina lascia il Pd. Ora con lui, Civati e molti altri, al lavoro per un nuovo soggetto politico di sinistra”.
Fassina non perderà tempo. “Il 4 luglio a Roma, al teatro Palladium, insieme a Monica Gregori, a Pippo Civati, a Sergio Cofferati, Luca Pastorino e agli uomini e alle donne che sono usciti dal Pd perché non ne condividono più le scelte e si sentono abbandonati dal Pd, ci ritroveremo tutti per avviare un percorso politico sui territori, un percorso che possa raccogliere le tante energie che si sono rifugiate nell’astensionismo”.
“Le dichiarazioni di Renzi sulla Grecia – ha concluso Fassina – confermano la subalternità dell’Italia a un ordine imposto dalla Germania e dagli organismi dell’eurozona che è sempre più pericolosa per la tenuta economica, sociale e monetaria dell’Unione europea”.
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