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“Fatemi studiare, conviene a tutti”, campagna contro l’analfabetismo

E’ ripartita in questi giorni la campagna di sensibilizzazione contro l’analfabetismo organizzata, per il terzo anno consecutivo, dalla Società San Vincenzo De Paoli. 
Il tema: “Fatemi studiare conviene a tutti”. Ancora una volta testimonial è Gianluca Pessotto, team manager della Juventus.

Nelle varie città italiane saranno così organizzate tavole rotonde, gestite in maniera autonoma dai rispettivi consigli centrali, che analizzeranno il problema anche sulla base della realtà sociale del posto.
Viene promosso anche un apposito concorso rivolto agli astudenti della scuola secondaria di I grado (per visionare il bando cliccare sul link). 
L’analfabetismo in effetti è una piaga della nostra società. In media un italiano su tre non ha concluso la scuola dell’obbligo. Nella fascia d’età tra i 16 e i 14 anni uno su cinque non ha in tasca né un diploma di scuola secondaria superiore né una qualifica professionale. Inoltre ancora 144.000 bambini tra i 7 e i 14 anni invece di andare a scuola iniziano a lavorare. E – il dato più eclatante – circa sei milioni d’italiani non sanno né leggere né scrivere, sono quindi completamente analfabeti.
L’analfabetismo, anche in Italia, provoca emarginazione e povertà. E, purtroppo, di conseguenza delinquenza. Infatti la persona non istruita sarà tendenzialmente destinata ad avere difficoltà sul mercato del lavoro. E’ solo l’istruzione quindi a garantire  una vita dignitosa e sicura.

Quella della Società San Vincenzo De Paoli, come si può ben capire, è una vera e propria crociata contro l’analfabetismo. “Riducendo una delle maggiori cause di povertà ed esclusione sociale, ossia l’analfabetismo – spiega Gaspare Di Maria, responsabile della campagna di sensibilizzazione sociale – si verificano una serie di ricadute positive. L’analfabeta in genere è un emarginato. Se si guardano le statistiche, difficilmente si troveranno persone istruite tra le fila della piccola delinquenza. Le grandi organizzazioni criminali arruolano chi non ha cultura”. 

Luigi Mariano Guzzo

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