Categorie: Politica scolastica

Fatta la riforma si parlerà di contratto

 

Il contratto per il personale della scuola si farà: lo stabilisce senza ombra di dubbio l’articolo 22 del ddl che il sta trasmettendo al Parlamento.
La disposizione in questione prevede infatti che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge (e quindi, se tutto dovesse procedere secondo gli auspici del Governo), dovrà essere emanato l’atto di indirizzo “per la stipulazione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto Scuola, finalizzato al riordino delle disposizioni contrattuali per il personale dei comparti di contrattazione ‘Scuola’ e ‘Area V’ della dirigenza”.
L’atto di indirizzo dovrà prevedere tra l’altro il riordino complessivo della disciplina della mobilità del personale docente. Ma la norma più “interessante” è quella che prevede “l’abrogazione esplicita di ogni disposizione contrattuale precedente”.
In altre parole questo significa che i contratti, sia quello del comparto, sia quello dell’area V (dirigenti scolastici) dovranno sostanzialmente essere riscritti ex novo e in ogni le norme dei precedenti contratti potranno rimanere in vigore solo se espressamente richiamate nel contratto nuovo.
Tutte le vecchie regole contrattuali, invece, dovranno essere dichiarate disapplicate.
A questo punto non sarà facile riscrivere il nuovo testo ed è addirittura probabile che anche la parte relativa alla mobilità venga ridotta all’osso perchè molto potrebbe essere demandato ad atti unilaterali dell’Amministrazione.

 

Reginaldo Palermo

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