Scontro all’interno delle scuole sui test Invalsi. Alcuni sindacati esprimono una posizione molto critica su queste prove, perché i test Invalsi sono quesiti inutili per la valutazione della crescita e maturazione degli studenti e servono semplicemente a misurare la conformità a nozioni e concezioni standardizzate; sono uno strumento utile a condizionare le attività didattiche in funzione delle prove e la formazione culturale è ridotta a un mero addestramento alla compilazione dei test stessi, con conseguente appiattimento della ricerca intellettuale e omologazione dei saperi.
A Ferrara i toni della polemica si fanno sicuramente più accesi. Infatti, in un istituto comprensivo il dirigente scolastico è finito nel mirino del sindacato degli insegnanti Usb per aver tenuto a casa, in occasione delle prove di martedì 14 maggio, tutte le classi di 2ª e 3ª media, per garantire il regolare svolgimento dei test, nonostante lo sciopero anti-Invalsi.
Lo stesso Preside difende il suo comportamento dicendo di essere convinto di aver agito nei limiti della norma, nella situazione che si andava profilando con lo sciopero era l’unica strada possibile per evitare giri a vuoto a famiglie e studenti, e svolgere le prove Invalsi che, è bene ricordarlo, sono state inserite nell’attività ordinaria delle scuole da una legge nazionale. Nonostante il Dirigente scolastico difenda il suo operato, i fatti sono incontrovertibili, ovvero il Dirigente ha deciso di lasciare a casa, lo scorso martedì, 14 classi delle secondarie di primo grado, per concentrare i docenti non in sciopero nelle 7 classi di prima che dovevano svolgere le prove Invalsi. Come dire: fatto lo sciopero trovata la contromisura.
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