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Fattorie didattiche, oltre mille le realtà di pedagogia attiva dove s’impara facendo

Il mondo dell’agricoltura è più vicino alla scuola di quanto in genere pensi: almeno secondo la Coldiretti, per la quale sono oltre mille, per l’esattezza 1.189, le aziende agricole che svolgono attività di fattorie didattiche in grado di offrire lezioni in campagna. E sommando le esperienze condotte in molti istituti, soprattutto nella scuola d’infanzia e primaria, sarebbero almeno un milione i bambini che hanno avuto contatti diretti con le semine e la raccolta dei frutti.
La Coldiretti ha raccolto i dati all’interno del primo censimento delle fattorie didattiche italiane impegnate nell’accoglienza e nell’educazione di gruppi scolastici e giovani formalmente riconosciute. L’iniziativa, realizzata grazie all’accordo dell’associazione agricola con il ministero dell’Istruzione , gli organizzatori puntano a far onoscere e promuovere nelle scuole la nuova esperienza delle ‘gite’ in  campagna nelle fattorie didattiche, ma anche quella dei campi scuola e delle vacanze ‘verdi’ per i più piccoli durante l’estate, per la quale si sta registrando un boom di richieste.
Il Piemonte con 206 strutture è la regione con il maggior numero di fattorie didattiche, seguito da Veneto (136), Puglia (118), Campania (108), Lombardia (106), Emilia Romagna (99), Marche (76), Toscana (57), Sardegna (54),Lazio (49), Friuli Venezia Giulia (41), Trentino Alto Adige (26), Umbria (24), Calabria (21), Liguria (20), Abruzzo (17), Basilicata (13), Sicilia (12) e Molise (6).
“C’è un grande bisogno – ha spiegato Sergio Marini, presidente Coldiretti – di conoscenza nelle giovani generazioni al quale l’agricoltura italiana risponde con un progetto che permette ai bambini di fare una esperienza diretta senza la perenne mediazione di una multimedialità che rende virtuale ciò che e’ reale”.
Un altro dato importante è che le realtà censite promuovono nelle fattorie didattiche l’educazione alimentare attraverso la conoscenza delle produzioni tipiche, del rapporto tra prodotto e territorio e di quello tra alimentazione e salute. “La formazione sul campo – sostiene la Coldiretti – consente l’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi e l’alternanza delle stagioni, dell’ambiente naturale, della possibilità di produrre in modo sostenibile. Si tratta di una pedagogia attiva dell”imparare facendo’ attraverso attività pratiche e esperienze dirette (seminare, raccogliere, trasformare, manipolare) che privilegia il contatto con il mondo animale e vegetale. E i ragazzi – sottolinea sempre la Coldiretti – rispondono con interesse”. I ‘prodotti’ dell’impegno dei ragazzi sono evidenti: si va dalle ricerche, temi e saggi, alle tante visite che ogni anno si svolgono nelle in fattoria e nelle strutture di trasformazione alimentare, sino alle analisi del territorio, ai laboratori del gusto, alla produzione di cd, video, volumi, grafica per etichette di prodotti alimentari, pannelli, feste. Ed anche la valorizzazione di ricette antiche e rappresentazioni teatrali sul tema dell’agricoltura come valore da non disperdere sotto lo strapotere della globalizzazione.
Alessandro Giuliani

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