“Le studentesse e gli studenti, le loro famiglie devono essere la nostra priorità”: lo ha detto il ministro Valeria Fedeli ai direttori degli uffici scolastici regionali.
L’incontro con i responsabili degli Usr, il primo tenuto dal nuovo primo inquilino dell’Istruzione pubblica, si è svolto nel pomeriggio del 24 gennaio.
Al centro del confronto, c’è stato un ampio cartello di temi, a cominciare dall’avvio del prossimo anno scolastico.
Si è parlato anche delle questioni legate alla mobilità degli insegnanti e delle novità previste nei decreti attuativi della Buona scuola ora all’esame del Parlamento, soffermandosi sulle situazioni di emergenza nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto.
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Diverse questioni, tuttavia, rimangono ancora da definire. Ad iniziare dalla chiamata diretta dei docenti su ambiti territoriali, per la quale le parti (amministrazione e sindacati) rimangono ancora molto lontane. Con il Miur che ha “rispolverato” i 40 requisiti su cui si arenò la trattativa lo scorso luglio. Senza tenere conto, nemmeno in parte, la loro anzianità di servizio.
L’esito dell’accordo non è, tra l’altro, così trascurabile. Trascinare per mesi la contrattazione sulla mobilità significherebbe obbligare ancora proprio gli Usr e di conseguenza gli Ambiti territoriali, gli ex provveditorati agli Studi, a convocare per immissioni in ruolo e supplenze annuali ad anno scolastico iniziato.
Vanificando i buoni propositi giunti in queste ore: se gli alunni sono la priorità, non possono ritrovarsi per mesi senza il loro insegnate titolare o annuale. Come è accaduto quest’anno.