Un insegnante non può rimanere fermo sulle conoscenze universitarie: il suo lavoro è perennemente in progress, ad iniziare dallo sviluppo della cultura digitale.
A dirlo è stata la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, parlando il pomeriggio del 4 luglio al convegno “Scuola digitale e cultura diffusa”, promosso dalla Commissione Cultura della Camera nell’ambito delle iniziative collegate al “2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale”.
“Chi lavora nella scuola – ha detto la responsabile del Miur – deve avere accesso alla migliore produzione intellettuale e culturale del Paese. Deve essere messo nelle condizioni di investire sulla cura della propria attività didattica, di poter ripensare il proprio modo di lavorare con altri docenti e di coinvolgere gli studenti”.
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E per quanto riguarda gli studenti, ha concluso, “occorre lavorare sulla loro alfabetizzazione informativa”, e sull’educazione “a un uso positivo e consapevole dei media”.
Parlando più specificatamente dell’informatica in classe, Fedeli ha detto che “la creazione di una cultura digitale diffusa deve inevitabilmente partire dalla scuola”.
“È fondamentale investire sulle competenze e sull’offerta di contenuti in grado di rendere l’accesso alla cultura diffusa pienamente realizzabile”, ha continuato la ministra.
“Siamo al lavoro per raccogliere, produrre e offrire i migliori contenuti per la scuola”, per “rendere disponibile un’offerta di contenuto gratuitamente per ogni studente già durante il prossimo anno scolastico: perché l’accesso alla cultura è un diritto fondamentale e non deve rappresentare una prima fonte di divario sociale”, ha concluso la Fedeli.
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