“È vero che fino a quattro anni fa sono state tagliate tutte le risorse del sistema istruzione e ricerca in Italia, invece dal 2014 si è riniziato necessariamente a investire”.
A dirlo è stata la ministra dell’Istruzione e università, Valeria Fedeli, a margine della cerimonia iniziale del G7 Università svolta il 29 giugno a Udine, riferendosi all’operato dei Governi Renzi e Gentiloni, che su Scuola, Università e Ricerca avrebbero voltato pagina stoppando la politica dei tagli.
“Non è ancora il massimo – ha proseguito Fedeli – perché restiamo con differenziali molto seri di investimento rispetto ad altri Paesi europei, ma abbiamo invertito il trend e dovremo continuare. Continuo a essere convinta che noi dobbiamo porre questo come priorità anche in Europa, perché gli investimenti in formazione e istruzione e ricerca devono essere fuori dal patto di stabilità”.
Secondo la prima “inquilina” del Miur, inoltre, “se vogliamo davvero realizzare quella che era l’Agenda 2020 dell’Europa, o come preferisco, l’Agenda 2030 dell’Onu, bisogna investire per costruire davvero e nei tempi più rapidi possibili una società e un’economia della conoscenza. Senza questa qualità della formazione e dell’accesso alla formazione per tutti, non è possibile. Questa deve essere la consapevolezza per chi vuol parlare di crescita effettiva e duratura di un Paese. Il governo italiano si è già mosso, Padoan queste cose le dice da tempo – ha concluso – il segnale di inversione di tendenza con investimenti economici noi abbiamo iniziato a farlo”.
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La responsabile del Miur ha quindi aggiunto che “fare un G7 Università in Italia ha il significato di valorizzare quello che qui viene fatto e che è stato fatto nei due anni precedenti, di puntare come Paese sul valore dell’università per l’insieme del sistema Italia”. Lo ha affermato la ministra dell’Istruzione, università e ricerca, Valeria Fedeli, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia inaugurale del G7 Università, oggi a Udine. “Il fatto che si lavori in una dimensione da G7 – ha aggiunto Fedeli – significa che il resto del mondo deve puntare sulla qualità e sulla possibilità di far partecipare all’università il numero maggiore di ragazzi e di ragazze. Si punta davvero a realizzare – ha concluso – il quarto goal dell’Agenda 2030 dell’Onu”.
Secondo la Fedeli, inoltre, “l’Università oggi più che mai deve dimostrare di aprirsi alla società che cambia, a dimostrare che la sua missione sociale è importante tanto quanto quella pedagogica e formativa”.
Salutando i partecipati alle assise internazionali, che lavoreranno in quattro tavoli tematici ed elaboreranno un Manifesto conclusivo, la ministra ha sottolineato che “il tema fondamentale è dare un’educazione per tutti. E’ un nuovo e fondamentale diritto della singola persona avere un’educazione e un’istruzione da quando nasce fino alla parte finale della vita. Siamo chiamati a interrogarci su cosa possono fare i sistemi educativi per una sinergia verso uno sviluppo sostenibile, motore fondamentale per lo sviluppo sostenibile che costituisce l’Agenda 2030 dell’Onu”.
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