“Il rinnovo del contratto per il Pubblico impiego dopo quasi dieci, lunghi anni, è un segnale concreto”.
Un segnale “tangibile, dell’impegno profuso dal Governo sul fronte di un lavoro che non è soltanto finalizzato alla crescita e alla stabilizzazione finanziaria del Paese, obiettivo già di per sé ragguardevole, ma che viene riconosciuto in tutto il suo valore sociale, oltre che economico”.
Lo ha fatto sapere, anche tramite la sua pagina Facebook, la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, al termine del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre che ha approvato la Legge di Bilancio.
Analizzando il provvedimento, che ora passerà al vaglio delle Camere, per la responsabile del Miur ci sono “risorse per formazione, ricerca e innovazione: è questo il miglior investimento per il futuro non soltanto delle nuove generazioni, ma dell’intero Paese”.
AUMENTI NETTI TRA I 35 E I 60 EURO AL MESE
Sull’entità degli aumenti, tuttavia, non ci sono novità: si coprirà in media l’importo pattuito con la Funzione Pubblica ormai quasi un anno fa, pari a 85 euro lorde.
Con “punte”, probabilmente, di 100-110 euro. Ma anche con buste paga che saranno incrementate di soli 60-70 euro, sempre lordi.
Le cifre nette a lavoratore pubblico, quindi, varieranno tra i 35 e i 60 euro a dipendente. Le differenze si stabiliranno in sede di rinnovo contrattuale di comparto, su cui i sindacati probabilmente inizieranno a confrontarsi con il ministero a novembre: l’intenzione è quella di incentivare le buste paga oggi meno floride, ma anche di dare maggiori incrementi a chi si impegna e produce di più.
L’impressione, tuttavia, è che il gap tra i vari incrementi non sarà altissimo. Ma soprattutto, anche se ai soldi non si dice mai di no, si tratta di cifre che non faranno di certo “impazzire” di gioia i lavoratori statali.
L’IMPEGNO DEL GOVERNO A LIVELLO UNIVERSITARIO
Nella Legge di Bilancio, a livello universitario, ha detto ancora la titolare del Miur, “abbiamo confermato l’impegno relativo agli scatti di anzianità dei docenti universitari. È confermato anche l’impegno di armonizzare le retribuzioni dei dirigenti scolastici con le altre figure della dirigenza pubblica”.
“Al centro – ha continuato Fedeli – sono state poste crescita, inclusione sociale e lavoro, con misure rivolte prevalentemente ai giovani. Va in questa direzione l’assunzione di oltre 1.500 ricercatori tra le Università e gli Enti di ricerca presenti su tutto il territorio nazionale”.
“Si tratta di segnali concreti, che confermano l’attenzione posta dal Ministero che ho l’onore di guidare e dal Governo nel suo complesso al mondo della scuola, dell’università, della ricerca e al tema dell’innovazione, tutti intesi come straordinari volani per una crescita equa e sostenibile”.
PIÙ SOLDI AI PRESIDI, NIENTE AUMENTI DI TASSE E IVA
Assunzione dei ricercatori, rinnovo dei contratti, armonizzazione degli stipendi dei dirigenti scolastici, scatti di anzianità dei docenti universitari e, ultimo ma non per ultimo, il fatto che non siano state inserite nuove tasse e non sia stata aumentata l’Iva sono, per la Ministra Fedeli, tutti fattori che segnano una definitiva svolta rispetto al passato.
Come dire: anche il mancato innalzamento delle tasse, dovrebbe essere inteso come un segnale importante. Difficilmente, però, la manovra soddisferà chi opera nel comparto pubblico: le aspettative, dopo quasi dieci anni di blocco stipendiale, erano ben altre.