Torna a parlare di aumenti stipendiali, la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli: lo fa, il 21 settembre, alla festa nazionale dell’Unità di Imola.
“Nel nostro Paese – dice la ministra – si è perso il riconoscimento della funzione sociale della professionalità dei docenti e del personale che opera nella scuola, lo si è marginalizzato. Ma quella dei docenti non può essere la professionalità meno pagata nel pubblico impiego. Il riconoscimento deve essere anche economico. E noi su questo ci impegneremo”.
A sentire, però, il ministro dell’Economia, le somme che il Governo intende mettere nella Legge di Bilancio di fine anno, sono ridotte ai minimi termini. Forse, potrebbero non bastare nemmeno per coprire i promessi 85 euro lordi medi a dipendente pubblico, su cui c’è un accordo con i sindacati.
I quali, però, proprio in questi giorni, dalle pagine della Tecnica della Scuola, sono tornati a rivendicare risorse economiche ulteriori.
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Il riconoscimento di cui parla la Fedeli, dunque potrebbe ancora una volta avere l’ostacolo maggiore nel ministero dell’Economia e delle Finanze. E comunque, ammesso che si riesca a portare in porto l’accordo del 30 novembre con al Funzione Pubblica, possono bastare alla scuola appena 50 euro netti per far togliere la maglia nera dei compensi della PA? In merito a questo interrogativo, sul dare un risposta di assenso, abbiamo più di qualche dubbio.
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