Lunga intervista a Il Sole 24 Ore per la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Diversi gli argomenti toccati. Ecco gli estratti più significativi:
“L’obbligo di permanenza triennale nella provincia di titolarità per gli insegnanti verrà derogato esclusivamente quest’anno; l’eccezionalità prevista dalla “Buona Scuola” è finita, e a partire da settembre “torneranno in vigore le disposizioni ordinarie anche per le assegnazioni provvisorie”. Questo perché la continuità didattica “è un valore, e va garantita a famiglie e studenti”.
PRESIDI – “La valutazione dei dirigenti si farà. Ci sono state difficoltà, trattandosi di un esordio. Per questo, si è deciso di far slittare di un anno l’erogazione della retribuzione di risultato conseguente al giudizio. Il nuovo concorso è quasi pronto: sarà bandito entro l’estate”.
ASSUNZIONI – Le lezioni, il prossimo anno, “dovranno iniziare con tutti i professori in cattedra: è un impegno dell’intero governo”. Da turn-over sono disponibili oltre 21mila cattedre (che dovranno essere autorizzate dal Mef); e “con Pier Carlo Padoan stiamo lavorando al consolidamento dell’organico. Mi permetta però di fare chiarezza: abitualmente ci sono circa 30mila posti l’anno di organico di fatto, senza i quali avremmo difficoltà ad aprire alcune scuole. Il punto in discussione, adesso, riguarda il conteggio della spesa e dei risparmi derivanti dalla stabilizzazione dell’organico. La base di calcolo è condivisa da entrambi i dicasteri: si fa riferimento a stipendio base, progressione economica, ricostruzione di carriera, una tantum che scatta solo dopo aver superato il periodo di prova (quindi al secondo anno), e i 500 euro della carta del docente. Bene: oggi un precario costa 10 mensilità più una parte di tredicesima; un professore di ruolo 12 mensilità più la tredicesima intera. Consolidando quella cattedra, secondo i miei tecnici, è vero che si paga uno stipendio in più per 12 mesi, ma se ne risparmia uno che pagheremmo per 10 e si risparmia anche l’indennità di disoccupazione. Naspi che non viene più pagata. In tutto, tra maggiore spesa e risparmi, il consolidamento dei posti costa più di 15mila euro a posto che, diviso per i 400 milioni a disposizione, fanno oltre 26mila cattedre. Il Mef, pur condividendo che l’operazione comporti risparmi per l’Erario, ritiene, per ragioni contabili, di non poterli calcolare, e fa scendere l’asticella del consolidamento a circa 10mila cattedre”.
SUPPLENTITE – “Le supplenze continueranno a scendere. Anche a questo servirà il consolidamento dell’organico. A cui, comunque, si aggiungeranno oltre 21mila cattedre, tra posti comuni e sostegno, da coprire stabilmente per effetto del turn-over (si dovrà chiedere, come sempre, al Mef l’autorizzazione ad assumere stabilmente – alle superiori si libereranno quasi 7mila posti, poco più di 6.200 alla primaria, circa 5.700 alle medie e 2.700 all’infanzia). C’è l’impegno, inoltre, a far decollare gli insegnanti “del potenziamento”, che dovranno, come prevede la legge 107, arricchire l’offerta formativa: non possiamo tollerare che alcune scuole non abbiano valorizzato queste risorse”.
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