Il nuovo ministro dell’Istruzione non ha alcuna intenzione di rivedere gli ambiti territoriali e la chiamata diretta degli insegnanti.
Lo fa intendere nel corso dell’intervista a Repubblica, pubblicata il 17 dicembre, nella quale dice che sulla chiamata diretta “cercheremo criteri oggettivi con i quali, poi, il dirigente scolastico potrà scegliere i docenti”.
La posizione verrà confermata, probabilmente con qualche dettaglio in più, lunedì 19 dicembre ai cinque sindacati rappresentativi del comparto. Si tratta, comunque, di un passaggio delicato, visto che proprio sui criteri da adottare per la chiamata diretta dei docenti la scorsa estate si verificò un’imprevista rottura proprio con i sindacati
Lunedì prossimo, dunque, si riprenderà il discorso sulla mobilità, dopo l’accordo di massima dello scorso 7 dicembre. Difficilmente, immaginiamo, Fedeli verrà meno a quell’intesa. Ma non andrà oltre: la Legge 107/2015, del resto, si cambia in Parlamento. Dove è stata approvata.
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