Sulla questione dei percorsi quadriennali la Ministra Fedeli interviene con un comunicato diramato nella giornata di Ferragosto.
L’intervento è davvero inconsueto e non si ricordano altri comunicati datati 15 agosto, ma evidentemente il caso dei licei brevi (e le polemiche che esso ha scatenate) riveste per Valeria Fedeli la massima importanza.
Non a caso la Ministra si sofferma a ricostruire le vicende delle proposte di sperimentazione che si sono succedute negli ultimi 20 anni: “A chi parla di ‘improvvisazione’ – afferma la Ministra – ricordo che il progetto prende le mosse dalla riforma dei cicli scolastici messa a punto dal Ministro Berlinguer nel 2000, non entrata in vigore perché bloccata dalla Ministra Moratti, e successivamente dalla commissione di studio istituita nel 2013 dal Ministro Profumo, incaricata di elaborare delle proposte per abbreviare il percorso scolastico con lo scopo di far conseguire il diploma entro il diciottesimo anno di età”.
“La Ministra Carrozza, poi – prosegue Fedeli – nell’anno scolastico 2013/2014, autorizzò due progetti sperimentali proposti da due scuole che già avevano caratteristiche di forte internazionalizzazione: il San Carlo di Milano e il Guido Carli di Brescia. Da allora sono state le scuole a fare richiesta di sperimentazione quadriennale e attualmente sono 12 quelle che hanno avuto l’autorizzazione. Il monitoraggio di queste esperienze è stato però presieduto ed effettuato a livello regionale”.
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“Ho allora deciso – continua la Ministra – di procedere con una sperimentazione a livello nazionale, che riguarderà 100 classi di altrettante scuole. Così si potrà gestire il procedimento delle autorizzazioni in modo più trasparente mediante un bando nazionale, proporre un unico modello sperimentale che faccia tesoro delle migliori esperienze già in atto, ampliare la sperimentazione in modo da poter trarre risultati tecnicamente più attendibili”.
“A settembre – spiega Fedeli – le scuole che intendono candidarsi potranno presentare domanda e le 100 ammesse alla sperimentazione potranno accogliere le iscrizioni per le classi prime, che partiranno dall’anno 2018/2019. Al termine della sperimentazione, nel 2023, i risultati dovranno essere discussi con tutti i rappresentanti del mondo della scuola e con i decisori politici per realizzare il massimo di consenso possibile. Proprio perché non devono mai esserci sulla scuola improvvisazione, decisionismo senza coinvolgimento, discriminazioni o scelte astratte e ideologiche. Se la valutazione avrà esito positivo, sempre nell’ottica di un maggior investimento sulla formazione delle nuove generazioni, si potrà recuperare l’intera riforma dei cicli e, contestualmente, anche portare l’obbligo scolastico fino al termine dei tre cicli, ovvero fino al diciottesimo anno di età”.
Il riferimento alla possibilità di portare l’obbligo scolastico a 18 anni è netto e non ci vuole molto capire che si tratta di un chiaro tentativo di ricucire in qualche modo con la Flc-Cgil che qualche giorno fa aveva chiesto il ritiro del decreto.