La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli lunedì mattina sarà in Sardegna per l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Sassari, mentre nel pomeriggio a Cagliari per i 70 anni del Cus.
E per l’occasione i docenti mandati a lavorare lontano dall’isola tornano alla carica.
Infatti, raccontano le agenzie, una delegazione di insegnanti consegnerà nel capoluogo sardo alla rappresentante del governo un documento con una precisa richiesta: trovare una soluzione.
“Molti di noi – si legge nel foglio firmato dai Docenti sardi di ruolo insieme ai Comitati dei docenti di ruolo del sud Italia – sono impossibilitati a raggiungere la sede di titolarità non potendo affrontare le difficoltà di un trasferimento per le responsabilità e i legami con le famiglie o in quanto genitori di bambini piccoli.
Segnaliamo anche il caso di colleghi già iscritti al corso abilitante al sostegno del 2017 nella loro provincia di residenza che, per frequentarlo, sono costretti a richiedere aspettativa non retribuita”.
Uno, poter essere utilizzati nel sostegno nella provincia di residenza al pari dei colleghi precari non abilitati con l’impegno di frequentare un corso abilitante.
Due, predisposizione tempestiva di un corso abilitante.
Tre, “non venga dimenticata, nella futura contrattazione sulla mobilità, la situazione di estrema difficoltà economica e familiare in cui si trovano migliaia di docenti in tutta Italia.
Quattro, maggiore peso alla contrattazione regionale.
“Noi dipendenti del Ministero- questa la denuncia- siamo a casa nell’impossibilità di mettere le nostre competenze al servizio dei ragazzi. E’ ingiusto. Una soluzione è possibile, quindi è doverosa! Nell’interesse dei ragazzi, nel rispetto della nostra dignità umana. Crediamo ancora nella scuola e cerchiamo un dialogo costruttivo con le Istituzioni che garantisca un’organizzazione efficace e impedisca lo spreco di risorse”.
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