Il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, interviene in merito alle polemiche dovute alla delega della legge 107 sugli Esami di stato, che vedrebbe una facilitazione all’accesso alle prove d’esame.
“Questa cosa del 6 politico non esiste. Parlare di 6 politico, per l’ammissione all’esame di maturità, dichiara il ministro Fedeli ai microfoni de ‘La Radio ne parla’ su Radio1 è un errore, una semplificazione che non corrisponde al dibattito di qualità”.
“C’è stata una lunga discussione – ha continuato Fedeli – che ha portato a far valutare, come avviene anche in altri Paesi europei, tutto il curriculum formativo delle ragazze e dei ragazzi. In questo senso è una responsabilità in più che si mette in campo a quella valutazione da parte dei docenti”.
Il Ministro pur volendo sottolineare che il dibattito debba fondarsi su argomentazioni precise e non superficiali, dichiara: “sono molto felice che se ne discuta, l’importante è che discutiamo su proposte e contenuti sapendo che non si può semplificare”.
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Ricordiamo che per essere ammesso all’esame il decreto prevede, oltre alla partecipazione di almeno il 75% delle ore di lezione che avviene tuttora, lo svolgimento della prova Invalsi e delle ore di alternanza scuola-lavoro.
Il passaggio incriminato nella bozza del testo è il seguente: il punto d) del comma 2 art. 15 (‘Ammissione del candidati interni’), asserisce che per svolgere gli Esami di Stato conclusivi delle scuole superiori, servirà non più la sufficienza almeno in tutte le discipline, ma che la “votazione media non risulti inferiore ai sei decimi compreso il voto di comportamento”. In tal senso, “nella deliberazione, il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica o dal docente per le attività alternative, per gli alunni che si avvalgono di detti insegnamenti, se determinante diviene un giudizio motivato iscritto a verbale”.
Il dibattito prosegue e come abbiamo già riportato in precedenza molti hanno storto il naso per il nuovo regolamento, mentre altri, come i dirigenti e diversi prof, hanno accolto positivamente il decreto, che comunque, ricordiamo, che dovrà essere confermato da Camera e Senato.
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