A commentare i dati Ocse interviene ora anche la ministra Fedeli con un ampio articolo pubblicato nella testata on line In cammino.
“I dati – esordisce Fedeli – ci dicono qualcosa che non può che essere motivo di orgoglio: la nostra è una scuola inclusiva, lo è più che in altri Paesi europei e dell’area Ocse. Riduce le differenze, attua l’articolo 3 della nostra Costituzione, offre pari opportunità a tutte e tutti, soprattutto a chi viene da contesti svantaggiati”.
“A scuola – aggiunge la Ministra – si integra, a scuola si conoscono e si imparano a valorizzare le differenze, a scuola si diventa cittadine e cittadini consapevoli. La scuola offre pari opportunità: che non significa livellare verso il basso o non riconoscere il merito, ma consentire a tutte e tutti di mettere a frutto le proprie potenzialità, indipendentemente dalle origini sociali. Per questo, e lo dico senza retorica, la scuola merita il nostro più grande rispetto”.
Valeria Fedeli fa poi un elenco degli interventi fatti dagli ultimi due Governi: “Si è investito sul futuro delle nuove generazioni. Con la Buona Scuola sono stati stanziati 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e sono state stabilizzate e stabilizzati 100.000 insegnanti che attendevano una risposta, una soluzione al precariato.Si tratta di docenti che hanno occupato cattedre vuote: è stato avviato un percorso per rendere la continuità didattica davvero possibile e non solo predicata. Anche il passaggio dell’organico di fatto in quello di diritto previsto dall’ultima legge di stabilità va in questa direzione: garantire alle studentesse e agli studenti il diritto ad avere i docenti in cattedra quando cominciano le lezioni, possibilmente senza balletti o cambi continui in corso d’anno”.
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Senza trascurare il fatto che “in questi due anni il Paese ha investito sulla formazione delle e degli insegnanti, sulla loro preparazione. Con fondi specifici e un Piano Nazionale con obiettivi prioritari. Prima d’ora nessuno aveva mai investito tanto nella formazione dei docenti”.
Ma fra gli interventi messi in atto e tuttora in corso la Ministra Fedeli ne ricorda anche altri: il piano di investimenti sull’edilizia scolastica per migliorare le infrastrutture (si parla di 7 miliardi di euro), il piano nazionale delle Scuola Digitale e l’alternanza scuola-lavoro: queste ultime due misure . dovrebbero non sono contribuire a risolvere il gap tecnologico delle nostre istituzioni scolastiche, ma anche a creare un autentico raccordo tra la scuola e il mondo del lavoro.
Su quest’ultimo aspetto la ministra non ha dubbi: “Ci sono state delle ombre: non esiste, come abbiamo letto sui giornali, che si debba pagare per fare Alternanza. Le spazzeremo via con una piattaforma che consentirà alle studentesse e agli studenti di denunciare situazioni che non vanno, di parlare direttamente con il Ministero. La avremo entro settembre insieme alla Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza”.
“I dati Ocse – conclude Valeria Fedeli – sono uno stimolo, non un punto d’arrivo. Solo con questa consapevolezza possiamo continuare a far crescere la nostra scuola”.
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