Feder A.T.A., tramite il segretario nazionale Antonio Carrella, ribadisce la parecipazione del sindacato allo sciopero previsto per il 18 marzo.
Di seguito il comunicato:
“La Feder. A.T.A. nasce per unire tutte le figure del personale A.T.A, si vuole porre in controtendenza rispetto alle perdite di consenso fatte registrare negli ultimi anni dai sindacati tradizionali; ha l’intenzione di voler costruire un soggetto sindacale nuovo, che proceda ad una completa revisione del rapporto tra Sindacato e lavoratori, aggregando, con la FEDER. A.T.A., tutto il personale A.T.A., drasticamente diminuito dai tagli in corso e umiliato dall’attuale governo.
Ma questo sciopero non è nato per metterci in passerella, è nato per soddisfare l’esigenza inderogabile di fare aggregazione, quella che ahimè non c’è mai stata.
Vuole solo cercare di mutare il punto di debolezza della categoria in punto di forza, ebbene sì con la nostra disgregazione ci hanno massacrato, con il pensare solo ai nostri interessi personali (tanto io sono di ruolo, tanto io tra un po’ passo di ruolo, tanto io l’incarico lo prendo ogni anno) abbiamo portato la categoria alla mortificazione storica.
I principali colpevoli e responsabili del nostro status professionale ed umano siamo noi e non gli altri. Certo i politici, i governanti hanno saputo sfruttare al massimo la nostra incapacità, la nostra disgregazione e hanno sferrato l’attacco su tutto il comparto.
Allora UNITI possiamo difenderci, UNITI possiamo far sentire la nostra voce. Useremo tutte le forze ed idee per cercare questa unità, abbiamo il dovere morale verso noi stessi e le nostre coscienze affinché chi ci governa rispetti i nostri diritti indipendentemente dalla sigla sindacale di appartenenza.
Siamo l’unica categoria della scuola che non ha avuto un’immissione in ruolo, siamo l’unica categoria a cui non hanno aumentato gli organici ma bensì tagliati, siamo l’unica categoria a cui non hanno dato bonus e che ha al suo interno colleghi che aspettano ancora la giusta retribuzione delle posizioni economiche e addirittura mesi di stipendi arretrati.
Non ci sono più scuse per dar colpe a qualcuno, spetta a noi tutelari i nostri diritti che ancora una volta sono stati calpestati anche da chi oggi, pur di mantenere le deleghe, copiano i nostri comunicati”.