Federalismo scolastico, in Piemonte la giunta Cota stanzia 10 milioni per i precari
I livelli qualitativi e quantitativi della scuola italiana appaiono sempre più legati alle capacità delle singoli regioni di sostenere il settore: dopo l’opera di convincimento attuata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che attraverso il suo intervento ha azzerato, tra non poche polemiche, le classi della primaria a tempo ridotto, il 2 agosto è giunta la notizia che in Piemonte la Giunta regionale ha stanziato 10 milioni di euro a sostegno della scuola piemontese: la decisione, sembra fortemente sostenuta dal governatore leghista Roberto Cota, rientra nel Piano straordinario per l’occupazione regionale varato a fine giugno. I fondi fanno parte di un “pacchetto” di 400 milioni di euro predisposti specificatamente per fronteggiare la crisi economica ed in particolare quella lavorativa: i finanziamenti – per la gran parte derivanti dai fondi europei, oltre che dalle risorse a disposizione delle direzioni regionali e da fondi residui di alcune misure attivate in passato e scarsamente utilizzate – prevedono “più lavoro, più competitività, più credito, meno burocrazia”.
Nello specifico, le risorse rivolte alla scuola serviranno ad aumentare l’organico e “garantire l’apertura delle scuole dei piccoli comuni, delle aree montane e metropolitane disagiate”. A beneficiare della sovvenzione sarà specificatamente il personale non di ruolo, probabilmente attraverso la stipula – per il secondo anno consecutivo – dei cosiddetti contratti di disponibilità, ancora però in via di definizione. Non è da escludere, soprattutto se a viale Trastevere i tempi si dovessero allungare i tempi (il precedente del 2009 non sembra dare rassicurazioni), che i fondi vengano assegnati attraverso un’altra strada. In ogni caso, comunque vada, questi fondi salveranno dalla disoccupazione almeno 300 lavoratori (non è chiaro ancora se docenti, Ata o entrambi). “Questa misura – ha specificato l’assessore all’istruzione Alberto Cirio – non solo garantisce più scuola e più istruzione al Piemonte, ma allo stesso tempo interviene a contrastare il precariato del personale scolastico. I fondi stanziati ci permetteranno di assumere tra le 300 e le 350 persone”. “Per quest’anno – ha aggiunto Cirio – visto il ritardo sia dell’assegnazione degli organici di fatto da parte del Ministero che dell’approvazione della legge finanziaria regionale, per ripartire le risorse non lanceremo un bando rivolto alle scuole, ma stipuleremo una convenzione con l’Ufficio scolastico regionale e le organizzazioni sindacali che darà risposta alle situazioni di maggiore criticità segnalateci dagli Usp”. Nelle intenzioni della giunta leghista, l’operazione è giudicata un segnale importante verso non solo la sovvenzione scolastica: il prossimo ‘passo’ che Regione Piemonte punta a realizzare è quello dell’organizzazione del sistema istruzione: “queste risorse – ha sottolineato l’assessore – permetteranno di risolvere buona parte delle criticità segnalateci dalle comunità locali e sotto il profilo politico è un primo concreto passo verso una gestione federalista e autonoma della scuola, con cui potremo in futuro affrontare in modo più adeguato le specifiche esigenze del nostro territorio”.
La domanda, a questo punto, viene spontanea: si tratta di semplici moti regionali a sostegno dei lavoratori del proprio territorio o dei primi ‘vagiti’ di un modello scolastico effettivamente sempre più legato alle istituzioni locali? La risposta potrebbe arrivare nei prossimi mesi: con l’approvazione (o il naufragio) dei ddl (concorrenti ma per certi versi paralleli) sullo stato giuridico dei docenti che fanno capo alle promotrici Valentina Aprea (Pdl) e Paola Goisis (Lega).