Sono 18.235 le persone che hanno accettato di candidarsi nelle nostre liste per il rinnovo delle RSU. Un incremento rispetto al dato di tre anni fa, legato anche alla crescita del numero di scuole “coperte” da liste Cisl, che sono quasi la totalità.
Se si tiene conto che oltre alle candidate e ai candidati nella procedura elettorale si devono individuare altre persone per lo svolgimento di altri ruoli importanti (commissioni elettorali, presentatori e sottoscrittori di lista, scrutatori, ecc.), e che nel voto sono coinvolte tante altre organizzazioni oltre alla nostra, si può avere un’idea di quanto sia alto il livello di partecipazione complessivamente espresso dalla categoria per questo appuntamento.
Ci sono tutte le premesse perché si confermi l’elevatissima percentuale di votanti (80%) registrata tre anni fa, ma anche nelle precedenti tornate.
Un voto ampiamente partecipato, e soprattutto sostenuto da un così significativo e diffuso protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori, è un segno di democrazia che nessuno può ignorare o sottovalutare. Quando un’organizzazione sindacale non soltanto raccoglie la libera adesione di decine e decine di migliaia di persone, ma trova anche la disponibilità di una così larga parte di esse a mettersi direttamente in gioco e ad assumere, se elette, compiti che si aggiungono agli ordinari impegni di lavoro, rafforza la sua autorevolezza, legittimato da una rappresentatività che va giustamente riconosciuta da tutti.
Si apre adesso la fase della vera e propria campagna elettorale, nella quale si moltiplicheranno le occasioni di incontro con le lavoratrici e i lavoratori; un’ulteriore opportunità anche per proseguire la discussione e l’approfondimento sui contenuti del nuovo contratto nazionale, in attesa di procedere alla sua definitiva sottoscrizione. La prevedibile fase di incertezza apertasi dopo il voto del 4 marzo toglie ogni dubbio sulla ragionevolezza di una scelta, quella di firmare il rinnovo del contratto, quanto mai giusta e opportuna, mostrando invece la totale inconsistenza, anzi, la pericolosità di ogni ipotesi diversa. I sindacati che hanno costruito e firmato l’intesa hanno dato una prova di intelligenza e responsabilità che andrà a vantaggio di tutta la categoria: chi non ha firmato, dovrà spiegare il senso di una decisione che avrebbe lasciato la scuola e i suoi lavoratori in una situazione di totale disorientamento.
Al confronto con la categoria porteremo anche il documento “Che fare per la scuola dal 5 marzo in poi” che come Cisl Scuola abbiamo inviato a tutte le forze politiche indicando, tra le tante questioni che investono oggi il mondo della scuola, una serie di emergenze cui mettere mano nell’immediato e in prospettiva. Lo abbiamo prima del voto, ma guardando soprattutto al dopo voto, quando alla propaganda seguono momenti molto più impegnativi, nei quali si impone la concretezza dei problemi e la sfida diventa quella delle scelte necessarie per portarli a soluzione. Un esempio fra tutti: gli spazi per il prossimo rinnovo contrattuale, posto che al 31 dicembre 2018 quello appena rinnovato andrà in scadenza, vanno resi agibili già adesso, nella fase di preparazione dei provvedimenti economici e finanziari per il 2019. Nel frattempo, come già detto, chiediamo che si dia quanto prima attuazione a quanto prevede il CCNL 2016-2018, a partire dall’erogazione dei benefici economici in esso definiti.
È in questo modo che si fa sindacato in modo serio e responsabile: individuando obiettivi, delineando i percorsi per raggiungerli, compiendo in quella direzione, con realismo e concretezza, i passi necessari. Pronti a essere misurati e giudicati sui risultati ottenuti, come dovrebbe essere giusto e doveroso per tutti. È il nostro modo di stare in campo, sempre e dovunque: a ogni livello del nostro impegno.
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