La campionessa olimpica di nuoto Federica Pellegrini, come abbiamo scritto, è parte della Fondazione Giulia Cecchettin, in cui ha un ruolo da consigliera. A chiamarla è stato proprio il padre della 22enne vittima di femminicidio, Gino.
La 36enne ha rilasciato un’intervista a La Stampa in cui ha spiegato i motivi per cui ha aderito con forza all’iniziativa, rispondendo anche alle parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in merito al patriarcato, pronunciate proprio nel corso della presentazione della Fondazione a cui la sportiva era presente.
“Ero alla fine della gravidanza quando Giulia è stata uccisa, mi sono immedesimata in lei, nella famiglia. Io mai sarei riuscita a contenere la rabbia, ma so che è ora di costruire una cultura solida contro la violenza di genere. Mi sono sempre esposta, figurarsi se non lo farò per questo”, ha esordito.
“I delitti più crudeli non dipendono dagli stranieri”
E, su Valditara che ha detto che il patriarcato è ideologia: “No. Il patriarcato esiste e scalcia, con radici ben salde e un retaggio tanto profondo da reggere pure all’educazione delle nuove generazioni che non ne sono più totalmente infuse. Oggi si chiama machismo, sopraffazione, usate i sinonimi che credete, ma sta qui e sarà sempre difficile smontarlo se non cambiamo il linguaggio con cui ogni volta, in modo sempre più subdolo, si sottintende che l’uomo è superiore alla donna. Mi riferisco a certi discorsi da agnellini sotto cui nascondere concetti feroci e violenti. E l’affettività si insegna”.
“I delitti più crudeli non dipendono dagli stranieri. Troppo facile pensare che il mostro sia fuori, Giulia è stata ammazzata da uno che tutti consideravano un bravo ragazzo”, ha concluso.
Le parole di Valditara
Ecco le parole incriminate del ministro Valditara, intervenuto con un video alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin: “Il fenomeno della violenza sulle donne si manifesta anche nella discriminazione. Consentire ad una donna di avere pari opportunità è fondamentale. Cacciari esagera quando dice che il patriarcato è morto; ma certamente è un fenomeno finito con la fine della famiglia fondata sulla gerarchia. Ci sono invece residui di machismo, che portano a considerare la donna come un oggetto. Il maschilismo si manifesta in tanti modi, anche nel catcalling”.
“Se una volta il femminicidio era frutto di una concezione proprietaria di una donna, oggi sembra più il frutto di una grave immaturità narcisistica di un maschio che non sa sopportare i no. Si parte dalle scuole ma bisogna coinvolgere le famiglie, con relazioni improntate al rispetto, la società, i social, la pubblicità. Ci sono rischi nuovi, con pratiche che offendono la donna”.
“Abbiamo di fronte due strade – ha detto il ministro riferendosi alle soluzioni contro la violenza sulle donne -, una concreta, ispirata ai valori costituzionali e un’altra ideologica. La visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Massimo Cacciari esagera quando dice che il patriarcato è morto 200 anni fa, ma certamente il patriarcato come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975 che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia, la famiglia fondata sull’eguaglianza. Ci sono invece residui di maschilismo, diciamo di machismo, che vanno combattuti. Non si può far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dalla immigrazione illegale”.
“Abbiamo deciso di puntare sull’Educazione Civica, con il rispetto verso ogni persona. Chi non riconosce che dal rispetto di ogni persone si combatte anche la violenza contro le donne non ha capito che sono questi i fondamentali di una società civile, armonica, senza discriminazioni e senza violenza”.
“Alcuni dicono che l’Educazione Civica dura solo 33 ore: sbagliato. Le linee guida sull’Educazione Civica pongono come obiettivo di apprendimento proprio il rispetto, verso gli esseri umani e verso la donna. Questi obiettivi devono caratterizzare tutti i programmi scolastici, tutti gli studenti nel loro percorso dovranno perseguire e raggiungere”.