Sta facendo discutere la questione relativa alla docente di una scuola media di Velletri che stamattina, 15 dicembre, ha telefonato alla trasmissione radio Prima Pagina, programma di Rai Radio 3, per intavolare una discussione a proposito del sessismo e delle recenti battute pronunciate dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Il giornalista Stefano Feltri, al timone del programma, nel corso dello scambio con l’insegnante, si è mostrato molto duro nei suoi confronti, facendole notare che forse non dovrebbe utilizzare il cellulare o ascoltare la radio nel bel mezzo della lezione.
Il direttore di Domani, attaccato da più parti, ha ribadito la sua posizione. “Una professoressa che nell’orario di lavoro e con una classe davanti ascolta una trasmissione radio e la chiama per parlare di Berlusconi. Chiedo a chi lavora nella scuola, gli insegnanti possono telefonare durante l’orario di lezione?”, ha scritto dapprima su Twitter.
Poi ha riportato una sentenza della Corte di Appello di Milano del 3 aprile 2019, che ha decretato la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione ad un’insegnante che aveva risposto al proprio cellulare in classe “utilizzando anche un linguaggio non consono alla sua funzione docente”, richiamando la Circolare del Ministro della Pubblica Istruzione 25 agosto 1998, n. 362 e la Direttiva Ministeriale 15 marzo 2007, n. 30.
In quest’ultima si legge: ”Il divieto di utilizzare telefoni cellulari durante lo svolgimento di attività di insegnamento – apprendimento, del resto, opera anche nei confronti del personale docente in considerazione dei doveri derivanti dal CCNL vigente e dalla necessità di assicurare all’interno della comunità scolastica le migliori condizioni per uno svolgimento sereno ed efficace delle attività didattiche, unitamente all’esigenza educativa di offrire ai discenti un modello di riferimento esemplare da parte degli adulti”.
Ecco il commento del giornalista: “A proposito della insegnante che oggi ha chiamato a Prima Pagina per parlare di Berlusconi mentre stava in classe: non poteva farlo”, ha tuonato. La decisione della Corte è da applicare anche in questa fattispecie? O si tratta semplicemente di un caso diverso per intenzioni e contesto?
Mentre risuona questa domanda si può affermare senza dubbio che questa vicenda è molto divisiva: c’è chi difende la docente perché la telefonata è stata fatta evidentemente a fini didattici, e, anzi, la donna sarebbe da lodare in quanto stesse facendo qualcosa di alternativo e più coinvolgente della classica lezione frontale. Dall’altro lato c’è chi crede che le regole vadano rispettate, e che i docenti dovrebbero dare il buon esempio e non fare uso di dispositivi elettronici in classe.
C’è anche chi si chiede come sia possibile che la docente stesse ascoltando la radio durante la lezione. Il dibattito è più attuale che mai: si tratta di qualcosa di cui parla da tempo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che proprio oggi, illustrando le sue linee programmatiche sulla scuola al Senato, ha ribadito di voler combattere contro i fenomeni di cyberbullismo e l’uso degli smartphone tra i banchi. Questo varrà anche per i docenti?
Ai questi ultimi, effettivamente, è stato esteso il divieto di cellulare scuola delle scuole Malpighi, la decisione della cui rettrice, Elena Ugolini, ha fatto discutere all’inizio del corrente anno scolastico.
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