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Femminicidi conseguenza delle relazioni tossiche, la scuola aiuti le giovani a riconoscerle. Appello di Gino Cecchettin: mi sento col padre di Filippo Turetta

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“Vogliamo costituire una rete di professionisti per andare nelle scuole a sensibilizzare sul tema della violenza di genere e aiutare i ragazzi a riconoscere le relazioni tossiche“: la volontà è quella di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la ragazza assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

Intervistato da Simona Ventura, durante la “Terrazza della dolce vita” di Rimini, Gino Cecchettin ha rilvelato di essere rimasto in contatto con il padre di Filippo Turetta: “mi ha scritto durante le feste”, ha detto.

“Dopo il dolore per la morte di Giulia in confronto a quel dolore il resto è nulla per me”, ha aggiunto, sottolineando anche che quella cimice che ha riprodotto la conversazione in carcere tra Filippo Turetta e i familiari lui non l’avrebbe posizionata e quanto meno resa pubblica: ha definito “inutile la conversazione di Turetta con il figlio” e quindi, ha sottolineato, sono cose che “non andavano divulgate”.

Sul contenuto del confronto, l’intercettazione dal carcere tra Filippo e suo padre, si è espresso in questo modo: “non sta a me giudicare l’operato di un altro papà e quindi non lo giudicherò”.

Cecchettin ha quindi parlato del libro ‘Cara Giulia’, l’avvio di un progetto per aiutare le donne vittime di violenza: “Abbiamo costituito una fondazione per sensibilizzare e aiutare chi già opera sul territorio per sostenere le donne vittime di violenza” convinti che il cuore del progetto siano le scuole, dove gli studenti vanno sensibilizzati per comprendere e captare quando un rapporto diventa a rischio per la propria incolumità.

Quindi, anche secondo Cecchettin la scuola si ritrova ad avere un ruolo chiave, assieme alla famiglia, per aiutare i giovani a prendere coscienza dei rapporti problematici e di pericoli che possono comportare.

I primi risultati della fondazione sono già arrivati: “Un ragazzo in virtù della storia di Giulia ci ha scritto dicendo che forse aveva qualche problema da curare. Magari se non fosse successo sarebbe stato un potenziale… chiamiamolo potenziale. Però già il fatto che lui l’abbia riconosciuto è un primo passo”.

Il padre di Giulia ha un obiettivo da raggiungere: “Cerchiamo di salvare più vite possibili. Per me l’unico numero di femminicidi che può essere soddisfacente è zero“. Gino si è commosso nel rivedere la foto in cui era insieme a Giulia a Padova il giorno del suo 22esimo compleanno “l’ultimo di Giulia”.