
In questi giorni si parla moltissimo della piaga dei femminicidi, dopo che due giovani donne di ventidue anni, Sara Campanella e Ilaria Sula, a distanza di pochi giorni, sono state barbaramente uccise da uomini che ne pretendevano praticamente il possesso.
C’è stato anche un altro fatto di cronaca che non ha visto la morte di una donna ma ha ancora una volta acceso i riflettori su una mentalità retrograda e patriarcale. L’altro ieri, 7 aprile, un uomo è stato ucciso davanti una scuola, all’orario di ingresso. Il suo assassino, che poi si è tolto a sua volta la vita, lo ha ucciso in quanto nuovo compagno della moglie. Insomma, tornano anche in questo caso delle logiche possessive tossiche.
“Mentalità radicata anche in tante persone che mettono l’acca nel modo giusto”
Purtroppo, come mostrato dalla giornalista Selvaggia Lucarelli su Instagram, su TikTok in molti hanno commentato difendendo l’assassino e addirittura attaccando la donna in questione per aver “giocato” con i sentimenti dei due uomini coinvolti. Visto che molti di questi commenti contengono gravi errori grammaticali e di sintassi, un follower della blogger ha scritto che “non c’è da stupirsi”, come se chi non ha studiato sia automaticamente un ottimo candidato per diventare un violento o addirittura un assassino.
Dura la replica di Lucarelli: “È rassicurante pensare che questa mentalità sia solo frutto di mancanza di istruzione scolastica, ma si rischia di semplificare una questione molto più complessa. Queste persone esplicitano senza filtri una mentalità che è radicata pure in tante persone che mettono l’acca nel modo giusto. Educazione sentimentale e educazione scolastica non vanno sempre insieme. E se così fosse, i femminicidi avverrebbero sempre per mano di semianalfabeti”.
Patriarcato anche tra i docenti?
Insomma, secondo la giornalista la mentalità patriarcale non coincide sempre con la mancanza di titoli di studio. “Anche negli insegnanti ci sono, radicati, dei retaggi per cui le donne devono fare facoltà umanistiche, atte ad aiutare il prossimo. Le attitudini dello studente sono prioritarie, non deve esserci un percorso stabilito”, queste le parole di Gino Cecchettin nel corso della diretta della Tecnica della Scuola dello scorso 25 febbraio.