Cosa ne sa la cosiddetta generazione Z, quella dei nativi digitali e di YouTube, del femminismo? Gli studenti più fortunati arrivano forse al suffragio universale del 1945, eppure, fu un movimento che ha cambiato il mondo
Dice Emma Bonino: Immaginiamo che le ragazze e i ragazzi di oggi non sappiano cosa sia stato il femminismo per la semplice ragione che, nel migliore dei casi, è ormai nel loro dna, trasferito dai genitori ed è difficile per loro capire che c’è stato un tempo diverso, in cui le donne non votavano o non avevano la stessa potestà sui figli. Provare a dirglielo produce lo stesso effetto stupito del raccontargli che un tempo si telefonava solo da casa e con un apparecchio fisso collegato con il filo alla presa o si andava alla cabina telefonica in strada usando una cosa chiamata gettone.
Essere consapevoli di cosa sia stato il movimento femminista, si legge in un lungo report su Ansa, per l’emancipazione della donna e per la sua ‘liberazione’, soprattutto alla luce dei risultati sociali che ha avuto il merito di generare, al di là della cronaca di quegli anni davvero lontani, è invece importante.
E non a caso negli ultimi mesi in tutto il mondo le donne sono tornate a scendere in piazza, come il 26 novembre nel giorno di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne (Non una di meno), il 21 gennaio a Washington durante l’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump con la Women’s March che è stata la marcia di protesta più affollata della storia Usa.
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E di nuovo l’8 marzo 2017, una data tornata ad essere l’appuntamento delle donne per manifestare: chissà, magari con le ragazze e i ragazzi di oggi.
Restando solo in Italia e senza allontanarci troppo dagli anni cruciali, il movimento sull’onda dell’americano Now (National Organization Women) del ’68, coalizzò le donne in scuole, università, fabbriche e non solo, intorno alla battaglia contro la società maschilista di allora per riconoscere all’altra metà del cielo la parità con l’uomo in tutti i campi, dal lavoro alla famiglia.
L’elenco delle conquiste che si devono al Movimento sono impressionanti e hanno fatto dire a qualcuno se ci fu in quegli anni una vera rivoluzione fu quella femminista.
A quell’impegno fatto di cortei, sit in, detenzioni, raccolta firme, mobilitazioni a tutti i livelli si devono le spinte più forti per il nuovo diritto di famiglia (1975) con la parità giuridica dei coniugi, con la patria potestà dei figli ad entrambi, l’eliminazione della dote (a scriverlo oggi sembra medioevo ma era 40 anni fa), la legge (1970) e il referendum sul divorzio (1974) , la legge sull’aborto (1978), l’adulterio della donna non più considerato reato e il diritto alla separazione se l’adultero è il marito (furono le prime vere conquiste, correva l’anno ’68), la liberazione sessuale, il diritto alla ‘pillola’ anticoncezionale (autorizzata nel ’76).
Su un piano più privato, riporta ancora Ansa, il femminismo è stato un movimento rivoluzionario per l’autostima delle donne e la consapevolezza di se stesse.
Non è poco ma quel che è più importante è che da quelle conquiste, che sono di tutti, la società, sul piano della parità dei sessi, da 40 anni è in marcia. Ma ancora non compiuto: le violenze sulle donne e i femminicidi sono lì a testimoniare questa resistenza al cambiamento. In tutto il mondo e anche in Italia per l’8 marzo 2017 si organizza lo sciopero delle donne per rifiutare la violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia. Cortei, assemblee, manifestazioni creative per porre al centro ancora una volta la trasformazione radicale della società.
”Se le nostre vite non valgono, scioperiamo” dicono le femministe che chiamano all’adesione dell’8 marzo dopo aver partecipato a Bologna il 4 e 5 febbraio alle assemblee di preparazione.
Tanti i motivi per farlo tra cui la rivendicazione dell’applicazione della legge sull’aborto, molto spesso e tragicamente inapplicata (un nervo perennemente scoperto in Italia come dimostra il recente caso del concorso all’ospedale San Camillo per l’assunzione di due medici non obiettori per garantire l’attuazione della 194, immediatamente al centro di polemiche); l’educazione alle differenze come formazione culturale e scolastica sin dall’asilo nido per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere, non solo per pari opportunità ma per dire basta ai modelli stereotipati di femminilità e maschilità; la rappresentazione delle donne e del loro corpo rovesciando linguaggio e immaginario sessisti e misogini.
A Catania molte le iniziative a partire da oggi
Lunedì 6 marzo 2017 Cinema King (via De Curtis 14) ore 20.30
Presentazione del film: Strane straniere di Elisa Amoruso
Martedì 7 marzo h 17.00: Rete La Ragna-Tela
Casa di Quartiere Come Fa’ S. Berillo v Opificio 6
Donne e uomini: la sfida per smantellare
L’inquietante G7 a Taormina
introduce Anna Di Salvo – intervengono: Alfonso Di Stefano, Mirella Clausi, Nino De Cristofaro, Giusi Milazzo, Luca Cangemi
Mercoledì 8 marzo h 16.30
Rete La Ragna-Tela, UDI Catania, CGIL Catania
Salone Circolo Nievski
Docu-film “La Politica del Desiderio” di Emanuela Vigorita e Flaminia Cardini
Scambi e confronti tra generazioni di donne, lesbiche e femministe a Catania guardando anche agli otto punti sintetizzati nelle due giornate di Assemblea di Bologna (NonUna di Meno)
h 20.30 “E’ qui la festa…tutte al Nievski!!”, specialità vegana a prezzi stracciati! All’insegna di “Fatti bella per te” di Paola Turci
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