Alunni

Fenomenologia dello scappellotto. Mentre negli Usa tornano le punizioni corporali

Riflessione semiseria sui benefici delle punizioni corporali per contrastare bullismo, maleducazione e neghittoseria, e in omaggio agli straordinari risultati didattici delle scuole gesuitiche di appena mezzo secolo fa e commento, non citato, della introduzione delle punizioni corporali nel Missouri in Usa

Forse bisogna riscoprire il rigore e mettere mano a una serie di punizioni corporali codificate dal diritto naturale per cui il maestro, a fronte di comportamenti poco consoni coi principi della scuola, possa assegnare un numero di pene equivalenti al danno. Del resto fino a tutti gli anni cinquanta non si usava forse la bacchetta in classe? Lo scappellotto è invece scomparso solo da alcuni decenni, in coincidenza col sessantotto, ma aveva alte quotazioni e una buona dose di pregio deterrente. Acquattato è rimasto solo il rimprovero, aspro e forte, ma è in via anch’esso di estinzione vista la facilità di denunzia di certi genitori e con buoni esiti.

Sopravvive ancora il rapporto disciplinare, ma considerata la sua bassa utilità pratica è solo spreco di inchiostro e di tempo per imbrattare il registro elettronico. 

E allora che fare di fronte all’avanzata della maleducazione e degli atti di violenza? È vero cha la violenza figlia violenza, ma se ad ogni delitto corrisponde una condanna, occorrerebbe sapere quale pena si possa comminare a chi fa il bullo e quale ancora per chi vandalizza banchi, aule e suppellettili, compresi i bagni che spesso vengono allagati per marinare la scuola. 

E quale scotto per chi con arroganza aggredisce il maestro (lo chiamiamo così piuttosto che insegnante) e non solo con oggetti contundenti, ma anche a parole che è pure peggio. Ci si arrovella per capire come il maestro possa riacquistare il prestigio perduto che, a parte lo stipendio da fame, è sempre più umiliato e offeso, e non solo e perfino dalle competenze del posteggiatore abusivo, che ha una sua autorevole funzione in tutti gli slarghi possibili delle città, ma anche da quelle del più semplice impiegato del catasto o del comune di fronte al quale, per il fatto semplice che gestisce un ufficio delicato, molte schiene si piegano. 

Non diciamo che il maestro debba ottenere rispetto alla stessa strega di costoro, diciamo solo che bisognerebbe ridargli un tantino di più potere e l’uso della punizione esemplare contri i “malfattori” potrebbe essere un ottimo mezzo. 

E quanto sia salutare, basta riflettere sui metodi pedagogici adottati dai gesuiti nei loro collegi dove si insegnava, con pieni esiti, a suon di bacchettate. 

All’epoca non si conoscevano i wi-fi, internet, le app, gli smartphone, né le sofisticate  strategie didattiche sempre più di moda, ma il risultato era straordinario, molto di più di quello di oggi. Era, ed è, proverbiale infatti la cultura dei gesuiti, tanto che, come raccontano le cronache medievali, tra i domenicani, ma anche fra i cappuccini, per contrastare le eresie, era obbligo imparare la bibbia a memoria. 

Ma all’epoca si conosceva pure il senso del sacrificio e non solo per conquistare qualche innocente sfizio, ma anche per avere il semplice pane quotidiano. 

Il sacrificio e il senso del sacrificio e la sacralità del lavoro. 

E studiare, checché se ne dica, è sacrifico, impegno, volontà, sforzo, sudore: ma chi ne pretende dai nostri ragazzi? 

I compiti a casa, che impegnavano pomeriggi e spesso nottate, non sono più tra gli usi e i costumi degli alunni del nostro tempo, mentre al ministero ci si affanna a dire che va affrontato il benessere degli studenti e che bisogna tutelare i ragazzi dal disagio fisico, psichico e sociale per cui i docenti (non i maestri) devono stare sempre all’erta sul fronte della prevenzione, intervenendo per scardinare piaghe sociali come il bullismo, la tossicodipendenza, l’obesità, la xenofobia, il femminicidio, l’omofobia ecc. ecc. e perfino la salute sessuale

Il docente, dice ancora il ministero, deve soprattutto  “promuovere la cultura della legalità, prevenire gli incidenti stradali e dare informazione sulla salute anche per disincentivare le tossicodipendenze.” 

Al solito non si capisce come bisognerebbe prevenire, considerando che dal un lato è obbligo completare il programma, interrogare, correggere i compiti, valutare, assegnare i voti e dall’altro è opportuno aprire le scuole (come suggerisce qualche illuminato che però non sa dove reperire i soldi) perfino di pomeriggio per sobillare il benessere degli studenti e le loro tendenze creative, spronandoli alla socializzazione pacifica. Nello stesso tempo tuttavia alcune scuole, per sbarcare il lunario e pagare i supplenti, stanno pensando di tappezzare le aule di reclami pubblicitari per avere qualche soldo, almeno dagli sponsor, che poi siano venditori di caramelle o di brioche (a proposito della salute alimentare) poco importa. E allora insieme allo scappellotto bisognerebbe pure che si riesumasse l’altro salutare spauracchio: quello di saltare la cena per punizione.

NB: La presente riflessione, nata su suggerimento di un gruppo di docenti di una scuola di frontiera, è stata pubblicata su La Sicilia di Catania qualche anno addietro, la riproponiamo, ma, considerato l’argomento, al solo scopo di aprire un pacato dibattito, ben sapendone, e conoscendole, le delicate implicazioni e le evidenti critiche.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Maturità 2025, che fine ha fatto la circolare per presentare le domande? Le scuole intanto stanno dando indicazioni, confermando la prima scadenza del 30 novembre

"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…

22/11/2024

Donne vittime di violenza, ministero dell’Istruzione illuminato di rosso. Valditara: la scuola sarà al vostro fianco

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…

22/11/2024

Christian Raimo sospeso dal servizio per tre mesi: mi spiace, non volevo insultare Valditara ma difendere la scuola pubblica dalla politica distruttiva – VIDEO

L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…

22/11/2024

Una tiktoker: “Sono bella, non ho bisogno di studiare”. Castellana (Gilda): “Questi sono i messaggi che arrivano ai ragazzi?”

La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…

22/11/2024

Promuovere la sicurezza nelle scuole: al via la seconda edizione del concorso nazionale per gli studenti

In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…

22/11/2024

Benessere emotivo e relazionale degli studenti, arriva il docente facilitatore nelle scuole di Trento tra due anni

Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…

22/11/2024