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Ferie dei docenti: spezzettarle durante l’anno farebbe salire il PIL

Una proposta interessante per la scuola in questo momento di crisi economica sarebbe quella di scaglionare le ferie dei docenti durante l’anno e non concentrarle soltanto nei mesi di luglio e di agosto.
Ricordiamo che, a dispetto della vulgata, che da tempo immemore quantifica l’ammontare delle ferie degli insegnanti in tre mesi (cosa assurda!) i docenti come tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione hanno diritto a 32 giorni di ferie più quattro giorni di festività soppresse per un totale di 36 giorni da prendere soltanto nei  mesi estivi.
Lo scaglionamento delle ferie degli insegnanti durante tutto l’anno scolastico avrebbe due importanti fattori positivi: uno riguarderebbe la salute psico-fisica dei docenti che non sarebbe continuamente sottoposta a pesanti sollecitazioni tali da alterare le funzioni neuronali degli insegnanti e quindi di non arrivare stressati e stanchi al termine dell’anno scolastico e, in secondo luogo l’altro fattore sarebbe positivo per l’economia italiana.
Con il dilazionamento delle ferie degli insegnanti si metterebbe in moto il turismo e il PIL guadagnerebbe qualche punto.
Insomma perché per gli altri dipendenti della Pubblica
Amministrazione l’opzione dello scaglionamento delle ferie è possibile e funziona abbastanza bene e non si può applicare anche per la scuola. Per il mondo dell’istruzione ne gioverebbero non soltanto i docenti, ma anche gli alunni e le rispettive famiglie. Lavorare per tre mesi, ad esempio, e poi avere uno stop di dieci-
quindici giorni nel corso dell’anno scolastico per poi riprendere il lavoro per altre tre mesi con un’altra interruzione permetterebbe al docente di non affaticarsi tanto (oggi per chi non conosce la scuola stare nelle classi con i bambini e gli adolescenti è veramente stressante) e agli alunni di riposarsi un po’ e di non arrivare stanchi, insolenti e nervosi alla fine delle lezioni.

Mario Bocola

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