Con l’appropinquarsi delle festività natalizie, parrebbe che non pochi dirigenti scolastici, da anni ormai, hanno il vizietto di emanare curiose e singolari circolari dove scrivono che nei giorni a cavallo, precedenti o seguenti le festività non concedono e/o non autorizzano ferie e/o permessi accampando i più disparati motivi.
Un ottimo e pressoché intimidatorio deterrente per far sì che il personale scolastico che volesse semplicemente fruire di un mero diritto previsto dalla normativa vigente, non produca neppure la richiesta, tanto per intenderci.
Una decisa azione preventiva che elimina il problema alla fonte, come suol dirsi.
Questo modus operandi, sembrerebbe messo in atto perché nel caso in cui vi sia una richiesta formale di ferie o permesso da parte del lavoratore, il dirigente scolastico che non eroga le ferie o il permesso, ha l’obbligo di comunicare tempestivamente e per iscritto al lavoratore le motivazioni che ostano all’accoglimento della domanda ai sensi dell’art. 10-bis della legge 241/1990 novellato dall’art. 6 della legge 15/2005, e questo, per il dirigente, potrebbe voler dire addentrarsi in un contenzioso con il lavoratore, che vedendosi negato un diritto previsto dal CCNL, ricorre al giudice del lavoro.
Infatti, pur in presenza di motivazioni scritte del dirigente che non “eroga” il permesso richiesto, rimane sempre il fatto che viene leso un diritto di un lavoratore, e sarà poi cura dell’autorità giudiziaria entrare nel merito della controversia per decidere se le motivazioni addotte dal dirigente scolastico erano tante e tali al punto da cagionare il “vulnus” a danno del lavoratore.
Ergo, queste circolari illegittime, sembrerebbe servano proprio a far desistere il personale dal presentare le istanze di fruizione di ferie e permessi, per i motivi suddetti.
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Chiariamo che le ferie ed i permessi sono un diritto dei lavoratori previsto dalla normativa contrattuale vigente (CCNL Scuola) o da leggi dello stato, e non una “grazia ricevuta” o una “gentile concessione” del dirigente scolastico o reggente di turno, che spesso e volentieri adotta l’antica filosofia del “do ut des” per “concedere” il giorno di permesso richiesto magari in “camera caritatis” dal pavido lavoratore.
Questi importantissimi istituti contrattuali, che vanno difesi con unghie e denti, non possono e non devono essere assolutamente negati o limitati in nessun periodo dell’anno scolastico da bizzarre ed esilaranti circolari peraltro illegittime; men che meno per il personale docente che è l’unico dipendente pubblico obbligato dall’amministrazione di appartenenza a fruire delle ferie solo in determinati periodo dell’anno.
Sul CCNL Scuola vigente, negli articoli riguardanti le ferie ed i permessi, c’è scritto in modo chiaro e leggibile che il dipendente ha diritto…omissis… , e non che il dipendente ha diritto al permesso o al giorno di ferie “solo se il dirigente glielo concede o glielo autorizza”.
Se il dipendente richiede una giornata di ferie o permesso rispettando quanto previsto dal CCNL, la giornata di ferie o permesso va “erogata”, come ampiamente chiarito da corposa giurisprudenza.
Si ricorda che la “circolare” non è un foglietto di carta su cui scrivere i propri pensieri, o solo uno strumento per comunicare con il personale e/o impartire disposizioni; e la scuola pubblica non è neanche la vecchia fattoria o un’azienduccia privata dove il padrone si sveglia la mattina per imporre e disporre a libero piacimento.
L’istituzione scolastica è una pubblica amministrazione, ed in quanto tale, è sottoposta ad una precisa e severa disciplina normativa da ossequiare alla lettera, piaccia o non piaccia.
Quand’anche interna ad una istituzione scolastica, “la circolare” rimane pur sempre un atto redatto e firmato da un dirigente della pubblica amministrazione o da chi ne fa le veci, che si assume a pieno titolo giuridico la responsabilità civile, penale ed amministrativa di quello che scrive.
Redigere ed emanare una circolare che dichiara preventivamente di ledere spavaldamente e deliberatamente i diritti dei lavoratori, per qualsivoglia motivazione ed in qualsivoglia periodo dell’anno scolastico, è quantomeno un autogol professionale e normativo per un dirigente scolastico, che oltre a rischiare di varcare la soglia del tribunale del lavoro rischia anche di avere guai seri con la giustizia penale.