Interessante pronuncia della Corte di Cassazione in merito alle ferie dei lavoratori prima del pensionamento, che stabilisce con chiarezza la giustezza da parte di un datore di lavoro pubblico di mettere in ferie forzate il lavoratore prossimo alla pensione invece di pagare l’indennità sostitutiva prevista.
La vicenda da cui muove la sentenza della Cassazione si riferisce al comportamento di un datore di lavoro pubblico, in questo caso una ASL, che, per non pagare la prevista indennità sostitutiva, ha deciso di assegnare delle ferie forzate il lavoratore pubblico, in questo caso un dirigente ormai prossimo alla data di pensionamento per avere raggiunto il limite d’età previsto.
Si è trattato, come si evince dalla sentenza, di un provvedimento di sospensione cautelare, vista l’opposizione dell’interessato, senza il rispetto della procedura prevista dall’art. 7 della legge n. 300/1970.
I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27206 del 16 novembre 2017, hanno pertanto ritenuto legittima la condotta del datore di lavoro, prendendo come riferimento per la decisione le precedenti pronunce della Suprema Corte n. 15353/2012 e n. 25136/2010, sottolineando come tale tipo di sospensione sia legittima espressione del potere organizzativo e direttivo del datore, diretto all’efficiente svolgimento dell’attività aziendale.
Pertanto, la Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese di giudizio di legittimità, liquidate in 200 euro per esborsi e 4000 euro per competenze professionali, oltre al rimborso spese generali del 15% e accessori di legge.
(Fonte Anquap)
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