Andrea Orlando, il ministro della giustizia, ha chiesto la collaborazione dei gestori dei social per rintuzzare un fenomeno che appare sempre più preoccupante, quello cioè di essere “il principale strumento per veicolare messaggi di odio che sono spesso il presupposto per la radicalizzazione violenta. La giurisdizione, con gli strumenti tradizionali, non ce la fa; dobbiamo lavorare ancora aumentando il grado di responsabilità dei gestori”.
Per quanto riguarda invece la possibilità di bloccare pure le bufale il ministro Orlando ha commentato: “Credo che tutte sia impossibile. Vanno fermate quelle funzionali alla propaganda d’odio. Qui non ci può essere una verità di Stato, ma lo Stato può aiutare i soggetti colpiti e discriminati per etnia, religione, orientamento sessuale, a reagire costruendo gli anticorpi che agiscano in modo tempestivo sui social”.
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Quanto all’eco delle inchieste che coinvolgono politici, Orlando sottolinea che “in questa stagione nessuno si è mai sottratto alla giustizia e nessuno ha mai cercato di depotenziare il lavoro dei magistrati. Quello che si chiede è solo che almeno fino alla pronuncia di un giudice terzo, pm e giudici vigilino sui rischi di cortocircuiti mediatici o sulle strumentalizzazioni politiche prima di tutto nell’interesse dell’esito processuale”.
Infine, sull’età di pensione dei magistrati, Orlando afferma che “si è ritenuto che il Milleproroghe non fosse la sede più idonea per intervenire su questioni di carattere ordinamentale. Il nostro impegno è sempre stato quello, una volta concluso il confronto con l’Anm, di agire in sede di approvazione del ddl penale”.