Il mondo della scuola è alle prese con l’ennesima trasformazione con l’avvento del nuovo ministro, Marco Bussetti. L’azione del nuovo titolare del dicastero di Viale Trastevere è all’insegna della discontinuità con il passato. Dalla nuova alternanza scuola/lavoro alla riforma del reclutamento sono tanti i punti su cui è già intervenuto.
A La Tecnica della Scuola, interviene Mariella Ferrante, presidente di Diesse Lombardia, associazione di docenti e dirigenti scolastici. Un’intervista a tutto tondo sul mondo della scuola:
Quali sono le maggiori criticità che riscontrate nella vostra attività associativa?
Ci dovrebbe essere un’attenzione maggiore verso l’associazionismo degli insegnanti (un’attenzione al momento minima che si attiva solo dopo molte sollecitazioni) anzitutto da parte degli Uffici Scolastici Regionali. E questo sia nella fase di diffusione delle iniziative che le associazioni professionali offrono, sia nel lavoro di coordinamento e di ascolto delle diverse esigenze provenienti dalle scuole e dagli specialisti della professione docente organizzati in associazioni. Va evidenziata anche la generale disaffezione dei docenti nei confronti dei percorsi di aggiornamento, dovuta anche al fatto che l’obbligatorietà della formazione andrebbe legata ad un avanzamento nella carriera del docente, ad una definizione in qualche modo oggettiva di un mai varato “portfolio” del docente.
Vi sono delle evidenti criticità sia nella possibilità di proporre le nostre iniziative, sia nella loro effettiva realizzazione; in molti ambiti territoriali non si contemplano le associazioni di categoria come interlocutori (giuridicamente riconosciuti) che si possono coinvolgere nei progetti di formazione, forse anche a causa della complessità delle convenzioni da stipulare e dei costi (va ricordato che non è mai stato adeguato il Decreto interministeriale n. 326 del 12/10/1995 che riconosce quote orari per la formazione che non sono assolutamente considerabili oggi: € 41,32 lordi per i docenti e € 51,65 lordi per i docenti universitari. A queste si preferisce, come soggetto arruolabile, il singolo formatore che in genere non è in grado di coinvolgere, in modo stabile, gruppi di lavoro (per discipline o per aree tematiche) che costituiscono uno dei punti di forza dell’associazionismo professionale. In questo modo, paradossalmente, si favorisce l’idea che ogni scuola è un’isola a sé stante, senza alcun bisogno di dialogo esterno: al contrario, le associazioni professionali sono un ottimo luogo di formazione per tutti i docenti, ed anche per i docenti neo-assunti che trovano spesso un tutor disponibile a seguirli (Diesse Lombardia ha uno Sportello per gli insegnanti alle prime armi). Anche l’esperienza di preparazione ai concorsi con insegnanti esperti ha avuto sempre esiti molto positivi.
Bonus merito, Lei è d’accordo per la sua abolizione?
Dopo l’ultimo contratto, si tratterà, comunque, di un buono ridotto. Quindi, poca cosa. Personalmente ritengo che, se ben utilizzato (ascoltando anche il comitato di Valutazione), il buono offra uno spazio di autonomia al Dirigente Scolastico per fornire un riconoscimento, anche solo minimale, ai docenti che si impegnano, per i quali non esistono, al momento, forme di premialità sostitutive.
Alternanza Scuola Lavoro. Lei è favorevole al dimezzamento delle ore?
Quella dell’Alternanza Scuola Lavoro non è una questione di ore. Ho sempre sostenuto che non si tratta di fare uno sportello per l’impiego e perciò naufragare nella burocrazia. L’obiettivo di azioni di questo tipo è solo quello di far fare esperienze interessanti per gli studenti che rappresentino un banco di prova esterno alla scuola che può avere una funzione orientativa. In molti licei sono stati evitati i progetti di impresa simulata puntando solo su situazioni reali, stipulando convenzioni esterne. Il numero di ore è l’ultimo dei problemi, se gli studenti vivono un’esperienza interessante e realmente formativa. L’art. 19 comma 9 della legge 107/2015 non toglie definitivamente l’Alternanza Scuola Lavoro dall’esame di stato e dunque si dovrà pur fare qualcosa di serio. Se uno studente racconta durante il colloquio d’esame ciò che si è trovato a ‘vivere’ riuscirà a coinvolgere anche per la commissione d’esame, spesso impegnata ad ascoltare ‘tesine’ noiosette nel caldo di luglio.
Come valutate fin qui l’operato del ministro Marco Bussetti?
Il Ministro Bussetti sembra ascoltare soprattutto le voci della piazza (ad esempio: ha detto di voler ridurre le ore dell’Alternanza Scuola Lavoro perché in varie manifestazioni si è sostenuto che erano troppe) più che le esigenze organizzative della scuola.
Aver messo mano alle date delle iscrizioni con un leggero anticipo non vuol dire in automatico che l’organico docenti sia a posto per tempo per l’avvio del nuovo anno scolastico e non si ricada nella situazione occorsa all’avvio di questo anno. I problemi con l’organico sono determinati da ritardi ormai insopportabili nei vari concorsi e nel sistema di reclutamento ed immissione dei docenti che deve essere rivisto.
C’è poi un ritorno assolutamente irrazionale al centralismo, sia nell’arruolamento dei docenti, che nel governo complessivo della scuola; c’è anche un totale disinteresse verso la scuola non statale, considerata come riserva di caccia per reclutare i futuri docenti dello stato e utile discarica per studenti con problemi.
Quali sono le tre misure prioritarie che il Miur dovrebbe adottare entro fine anno scolastico?
Cercare di controllare i ritardi che si profilano già da ora (ad esempio pianta organica, nuove immissioni, esame di stato…); riformare gli organi collegiali (in stallo, ormai da molti anni); dare un effettivo riconoscimento alla parità delle scuole paritarie, sbloccando perlomeno l’accesso ai PON che è stato nuovamente fermato, probabilmente per dirottare i fondi verso altri obiettivi.