Continua far discutere la vicenda relativa alla scuola dell’infanzia Florinda alla Migliarina, a Viareggio, appartenente all’istituto comprensivo Centro Migliarina Motto. Qui la direttrice, Barbara Caterini, ha deciso di annullare le attività laboratoriali previste in occasione dell’imminente Festa del Papà sostituendole con altre con modalità diverse dove possano partecipare tutti i bambini accompagnati dal padre, dalla madre, da un nonno, da uno zio.
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Da qui, un vero e proprio putiferio: la decisione è stata criticata da molti, che considerano festività del genere come imprescindibili e non comprendono il motivo per cui bisogna cambiarne le modalità di festeggiamento. La direttrice, come lei stessa ha spiegato, ha agito così per evitare che alcuni bambini, che vivono con famiglie in cui il papà non è una figura presente per le più svariate ragioni, si sentano discriminati.
“Dobbiamo renderci conto che viviamo in una società diversa da quella di 50 anni fa. Non esiste più una famiglia modello. Oggi ci sono situazioni aperte e particolari che devono essere rispettate e tutelate. Soprattutto da una scuola”, aveva detto.
Anche Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, Rossano Sasso, membro della Commissione Cultura alla Camera e il deputato di Viareggio di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi hanno attaccato la direttrice. “Da papà penso sia una scelta sbagliata, ipocrita, insensata, discriminatoria, diseducativa”, ha detto Salvini.
Ecco la risposta alle critiche della direttrice, come riporta HuffingtonPost: “Impedire ai bambini che non hanno il papà, qualunque sia la ragione, di partecipare al laboratorio per la Festa del Papà e vederli isolati in un’altra stanza, mi è sembrato un atteggiamento mortificante e non inclusivo. Per questo ho deciso di sospendere questa attività, per ripensarla”.
“Non si tratta di appiattimento culturale. L’appiattimento c’è quando, dal punto di vista educativo, si lasciano i propri figli ore al cellulare. Si tratta di ripensare le attività nel rispetto delle realtà che ci circondano”, ha concluso.
La decisione ha comunque aperto un dibattito, in cui altri invece si sono detti d’accordo con la Caterini, lodandola per la sensibilità dimostrata. Una docente su Twitter ha scritto, facendo rivolgendosi ai colleghi: “Anche quest’anno qui a ricordare che se non siete assolutamente certi di conoscere bene tutte le situazioni familiari dei vostri alunni il lavoretto per la festa della mamma e quello per la festa del papà non li dovete far fare, anche se gli adulti ci rimangono male. Ma rendiamoci conto di che razza di essere umano sei se la tua preoccupazione più grande è che tuo figlio non faccia un lavoretto piuttosto che pensare a una donna che ha perso il marito e a una bambina che ha perso il padre. E a volte bisogna discutere con colleghi che ‘eh ma i genitori se lo aspettano'”.
“Non avendo né madre né padre, ricordo ancora cosa dovevo sopportare a scuola da parte degli insegnanti per questi lavoretti”, “In effetti ora che ci penso anche noi mai fatti (solo all’asilo) e in realtà meglio così, un mio compagno ha perso la mamma in seconda/terza, sarebbe stata una tortura”, “L’anno scorso a mio cugino, che aveva perso la madre da pochi mesi, mentre preparavano i lavoretti i compagni hanno ricordato alla maestra la cosa e lei per risolvere la questione gli ha tolto il lavoretto e l’ha interrogato. È tornato a casa pensando fosse una punizione”, questi alcuni degli altri copiosi commenti a contorno della faccenda.
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