
Oggi, 19 marzo, si celebra la festa del Papà. Il conduttore e giornalista Massimo Gramellini ha scritto su Il Corriere della Sera una riflessione sul rapporto tra genitori, in particolare padri, e figli, oggi, citando lo psichiatra Paolo Crepet.
“Esserci o non esserci, questo è il problema dei padri, di cui oggi si festeggia l’esistenza o forse la sopravvivenza”, ha esordito. “Il professor Crepet ha ragione: siamo diventati troppo apprensivi e non diamo più ai figli la possibilità e il gusto di sbagliare. L’anno scorso un rappresentante della categoria mi segnalò con toni allarmati la pericolosità delle matite appuntite nel portapenne dei bambini. Ma appena quei temibili ordigni furono sostituiti da più innocui pennarelli, cominciò a preoccuparsi per il trauma che la scomparsa improvvisa delle matite appuntite avrebbe potuto provocare nella psiche di suo figlio”, ha raccontato.
“Siamo diventati molli”
“Se siamo diventati molli è per reazione verso la durezza dei nostri padri, che erano sì autorevoli, ma spesso anche assenti o indifferenti. Abbiamo rigettato il vecchio modello, però non siamo ancora riusciti a trovarne uno nuovo che si collochi nel giusto mezzo, tra la presenza assillante di oggi e l’assenza giudicante di ieri”, ha aggiunto.
Ecco il consiglio di Gramellini: “Io avevo un po’ paura di mio padre, mentre mio figlio non ha minimamente paura di me. Però, quando attraversa una stanza al buio, grida il mio nome, forse perché per lui ‘papà’ è un suono di luce che lo rassicura e gli rischiara il cammino. Che alla fine sia questo il modello da perseguire? Esserci senza esserci. Lasciare che si inoltrino da soli nel buio, che cadano e si rialzino finché non avranno più paura di cadere. E però rimanere acquattati nelle retrovie: senza fare nulla, ma pronti ad accendere la luce”.
Crepet: “Stiamo distruggendo una generazione”
Ecco cosa ha detto Crepet in merito ai genitori: “Ci vuole una rivoluzione che parta dalle donne, che si rifiutano di fare le babysitter e le cameriere a 18 anni. Dovete dire, voi donne, rovesciamo questo mondo, è troppo confortevole. I genitori? Siano solo istruttori di volo”.
“Stiamo distruggendo una generazione: a otto anni non possono soffiarsi il nasino, a 12 non sanno asciugarsi i capelli da soli. Come si può pensare che questa generazione possa governare il mondo? Questi gesti, questa paura della paura, questa paura della morte, è una delle cose più scriteriate che si possa avere. Togliere il dolore, l’inciampo dalla nostra vita non è rendere una generazione più forte, è la cosa più insensata, più scientificamente scorretta che si possa fare”, ha aggiunto.