In occasione della festa della mamma, vengono pubblicati i rilievi sulla condizione delle donne in Italia. E si viene così a sapere che le mamme «sono circa 5,4 milioni e, di queste, 3 milioni hanno almeno un figlio con meno di 15 anni»; le occupate sono 9 milioni e 872mila.
La pandemia, e dunque la forzata quarantena a casa, ha costretto le donne a lavorare molto di più, «un fattore collegabile al differente livello di occupazione tra uomini e donne nei settori industriali e nei servizi essenziali, laddove la presenza femminile risulta più bassa nei primi e più alta nei secondi», mentre nella fase 2 potrebbero ritrovarsi di fronte al dilemma se continuare a lavorare oppure no.
Lo dicono i dati di ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, e ripresi dal Sole 24 Ore, secondo i quali su 100 occupate con almeno un figlio con meno di 15 anni, 74 hanno lavorato ininterrottamente (contro 66 uomini nella stessa condizione), il 12,5% ha ripreso il lavoro dallo scorso 4 maggio, mentre il 13,5% dovrebbe ritornare alla propria attività entro la fine del mese, ma potrebbero non riuscire a gestire la conciliazione tra lavoro e impegni familiari.
Tra turnazioni degli studenti, alternanza casa-scuola, formazione a distanza, le mamme italiane dovranno gestire una quotidianità particolarmente complessa, anche perché, nonostante il possibile “smart working” , sono le lavoratrici meno qualificate su questa nuova frontiera occupazionale e dunque dovrebbero necessariamente recarsi in sede per lavorare e parallelamente accudire in prima persona i figli con meno di 15 anni.
Secondo la ricerca, si tratta di 1mln 426 mila lavoratrici (il 48,9% delle lavoratrici mamme), di queste circa 710 mila percepiscono uno stipendio netto inferiore ai 1.000 euro.
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