Lunga intervista al quotidiano La Repubblica per il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico. L’esponente del Movimento Cinque Stelle parla all’indomani dell’incontro con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti.
L’occasione è stata quella di lanciare un appello su scuola e ricerca. E anche nell’intervento sul quotidiano nazionale Fico parla di scuola e ricerca chiedendo, senza mezzi termini un intervento deciso: “La sessione di bilancio in Parlamento deve aprirsi. Sono convinto che scuola, formazione e ricerca debbano essere prioritarie se vogliamo guardare alla politica nell’ottica dei prossimi venti anni”, ha detto.
Poi l’idea di un piano per la scuola: “Serve un piano serio, con fondi adeguati, che aumenti sensibilmente la quota di PIL dedicata all’istruzione”.
Mercoledì mattina, alla Camera dei Deputati, il ministro Lorenzo Fioramonti ha lanciato un patto per la ricerca. Tra i temi: rafforzare la collaborazione tra università, istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, Enti pubblici di ricerca ed imprese per rilanciare l’economia italiana.
La strategia è articolata in dieci punti per incrementare gli investimenti nella ricerca.
“Abbiamo lanciato in questo documento una serie di idee che serviranno per aprire un dibattito nazionale – ha spiegato Fioramonti – sono dieci scommesse, sulle quali chiediamo al mondo delle imprese di ragionare. Inizieremo nelle prossime settimane a sottoscrivere il Patto con le confederazioni di grandi imprese e piccole e medie imprese che sono disposte a impegnarsi. Alla base di tutto c’è un dramma italiano. Ogni volta che un laureato lascia il nostro Paese, noi perdiamo una persona che abbiamo formato con le nostre risorse e che poi ci farà concorrenza sui mercati internazionali, è un assegno da 250mila euro che versiamo sul conto di un altro Paese. Non deve più accadere – ha aggiunto il Ministro – In Italia, fra settore pubblico e privato, in ricerca e formazione si investe meno dell’1,4% del Pil del 2017. Dobbiamo puntare tanto sulla centralità della ricerca e dei ricercatori per dare un nuovo modello di sviluppo”.
Tra i dieci impegni indicati nel Patto c’è quello dedicato agli investimenti in ricerca e sviluppo con l’appello alle grandi imprese italiane, in primis quelle partecipate dallo Stato, ad aumentare le risorse per arrivare ad almeno il 3% degli utili.
Al centro del documento anche la sostenibilità, con la richiesta di dedicare almeno il 50% degli investimenti in ricerca e formazione sostenibile.
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