Tra poco più di una settimana e mezza, pare che si inizierà il 5 giugno, il provvedimento del ddl scuola sbarcherà in Senato. A Palazzo Madama i numeri della maggioranza che supporta il Governo sono incerti e non si escludono i colpi di scena. La minoranza dem, che al Senato conta qualcosa come 25 senatori, non renderà semplice e lineare il passaggio di questo disegno di legge sulla scuola. Senza il sostegno di questi 25 senatori il DdL scuola potrebbe non passare, almeno che non si formino maggioranze alternative con il soccorso azzurro di Forza Italia.
Quella al Senato, sulla riforma della scuola, si configura come un gioco di Risiko, dove esistono strategie segrete, documenti da sottoporre all’attenzione della Commissione Cultura del Senato ed emendamenti già belli e pronti da votare.
I punti ostativi al passaggio della riforma sono principalmente tre: il primo è quello degli sgravi fiscali alle famiglie per iscrivere i figli alle scuole private, il secondo è quello della chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi e la terza è quella dell’assunzione dei docenti precari, abilitati con i Tfa e i Pas ed inseriti nella II fascia delle graduatorie d’istituto.
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Subito dopo l’approvazione del ddl scuola alla Camera, il ministro Boschi ha fatto delle esplicite aperture di cambiamento al Senato, anche sui punti ostativi suddetti. Infatti la Boschi ha detto: “Al Senato abbiamo un altro passaggio e riaffronteremo alcuni punti che sappiamo sono ancora discussi”.
Il popolo della scuola non si fida per nulla, sul fatto che ci sia una reale intenzione di modificare qualcosa al Senato. Anzi qualcuno crede che quelle della Boschi siano solo dichiarazioni, strategiche per contenere la possibile sconfitta elettorale del Pd alle prossime amministrative del 31 maggio. E poi magari, dopo le elezioni, soprattutto se i risultati dovessero essere meno catastrofici del previsto, potrebbero mettere anche la fiducia al Senato sulla riforma della scuola.
A tal proposito Il Sole 24 Ore ha chiesto al ministro Maria Elena Boschi se è nei piani del Governo, visto le difficoltà interne alla maggioranza, porre una questione di fiducia al Senato per fare passare la riforma della scuola. Il ministro delle riforme ha così risposto: “La fiducia al Senato sul ddl scuola rappresenterà l’estrema ratio. Piuttosto l’auspicio è quello che si possano fare tutti i necessari approfondimenti in maniera rapida in modo da riuscire a fare in tempo per le 100.000 assunzioni, già dal prossimo primo settembre”.
Invece per gli insegnanti la questione di fiducia al Senato sulla riforma della scuola, più che essere un’estrema ratio, rappresenterebbe un’estrema unzione per la scuola pubblica. Con buona pace della bella Ministra del governo Renzi.
IL TESTO DEL DDL SCUOLA IN ESAME AL SENATO
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