La scuola è nel cuore degli italiani: la fiducia che i nostri cittadini riscuotono verso il sistema d’istruzione, malgrado tutti i problemi che lo caratterizza e le crescenti lamentele, che in alcuni casi sfociano in aggressioni verso il corpo docente e dirigente, rimane alta. Addirittura, rispetto agli ultimi tredici anni è più che raddoppiato: tanto che a credere alla scuola e alla sua efficacia sono due italiani su tre.
Oggi, se si guarda alle altre istituzioni, la scuola si colloca dopo le forze armate che sono al primo posto e prima della Chiesa Cattolica.
Il gradimento, che pone la scuola tra le istituzioni più care agli italiani, è stato quantificato attraverso un’indagine on line, un sondaggio, realizzata da Termometropolitico.
In fondo al gradimento, invece, risultano i partiti, anche se negli ultimi dodici mesi hanno fatto registrato un deciso incremento di fiducia di dieci punti percentuali.
Secondo Pino Turi, leader della Uil Scuola, la fiducia che gli italiani riscuotono verso le forze armate e l’istruzione, fanno riferimento a “due aspetti di una stessa società che da un lato rivendica sicurezza nel presente, ma contemporaneamente crede nel ruolo di mediazione, di coesione, di sviluppo della scuola che proietta la voglia di progresso civile ed economico nel futuro. Abbiamo necessità di far tornare la scuola ad essere un ascensore sociale”.
“Gli insegnanti e tutto il personale della scuola – continua il sindacalista – godono di considerazione e rispetto da parte della società, e con questo sondaggio mostrano di avere fiducia nel modello di scuola costituzionale che svolge il delicato compito di educare cittadini liberi, anche in controtendenza con analisi e proposte di uffici studi che vorrebbero interpretare in senso neo liberista quello che, invece, rappresenta la scuola italiana, che vuole essere comunità libera e democratica”.
“Il momento che stiamo attraversando ha necessità di solide fondamenta su cui far ripartire la crescita: quelle fondamenta sono il sistema nazionale di istruzione che ha bisogno di attenzione ed investimenti e la politica ne dovrà tenere conto”, conclude Turi.
Insomma, la fiducia non appare ripagata nei fatti: l’inversione di tendenza, che vorrebbe vedere attuati investimenti maggiori per l’istruzione rispetto al Pil, viene sempre infatti rimandata a tempi migliori per le casse dello Stato.
Ecco che, allora, più che verso il sistema scolastico, nel suo complesso, la fiducia che due italiani su tre hanno è probabilmente indirizzata verso il corpo docente e il personale Ata a cui vengono affidati i nostri figli.
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