Mercoledì 7 luglio, si sono riuniti gli organi associativi della Federazione italiana Editori Giornali. Durante l’incontro è stato affrontato l’argomento dell’ultimo evento che, in ordine di tempo, è intervenuto a minacciare la stabilità delle imprese editrici.
Da aprile, infatti, le imprese pagano per il servizio postale di recapito degli abbonamenti una tariffa che è più che raddoppiata da un giorno all’altro e con effetto sostanzialmente retroattivo.
I tavoli tecnici avviati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per trovare una soluzione risultano da tempo arenati.
Secondo un comunicato della Fieg “i contatti con Poste S.p.a., per trovare una soluzione negoziata, hanno subito una pesante battuta d’arresto con modalità formali e sostanziali che lasciano interdetti se non indignati”.
“Siamo, ora, costretti – dichiara la Fieg – a denunciare l’insostenibilità di un modo di procedere che si dimostra assolutamente infruttuoso e dilatorio. È grave il pregiudizio arrecato alle imprese dall’assenza di una seria politica nel campo dell’editoria e lo stesso modo di procedere dimostra – e questo lascia sdegnati – scarsissima attenzione per la sorte di tante aziende e dei loro lavoratori”.
“È ora che il Governo passi dalle dichiarazioni di principio a fatti concreti – conclude la nota della Fieg – che garantiscano alle imprese strumenti e tariffe adeguati. Ed è ora che Poste, abbandonando l’approccio monopolistico della sua azione e del suo posizionamento sul mercato, si sieda, subito, al tavolo delle trattative con spirito costruttivo e di leale collaborazione assumendo il ruolo di corretto fornitore di un servizio, a beneficio delle imprese e dei cittadini”.