Il Miur ha emanato una circolare concernente le assenze da scuola dei figli dei detenuti.Una circolare fortemente voluta dalla Sottosegretaria all’Istruzione, Università e Ricerca, Lucia Azzolina.
“È una circolare che ho personalmente sollecitato, – ha dichiarato la Azzolina – anche su segnalazione del mio collega parlamentare Raffaele Bruno, che conosce bene il tema ed è impegnato in un capillare tour nelle carceri alla scoperta delle buone pratiche e dei laboratori teatrali che saranno oggetto di una specifica mozione di cui sarà primo firmatario”.
Secondo la normativa attualemente vigente, ci sono alcune eccezioni alla frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale necessaria per l’ammissione alla classe successiva. I Collegi dei docenti posso infatti disporre motivate deroghe, ad esempio per casi che riguardano gravi motivi di salute adeguatamente documentati, donazioni di sangue, terapie e/o cure programmate, partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal CONI, motivi religiosi.
Tra queste motivazioni derogatorie, non sono ricomprese le assenze da scuola per andare in visita di genitori o parenti entro il secondo grado detenute nelle carceri.
“Normalmente queste assenze – sottolinea Azzolina – vengono comprese nel monte ore annuale complessivo e spesso concorrono al raggiungimento della soglia massima consentita, mettendo a rischio l’anno scolastico di questi ragazzi. Una beffa. Soprattutto se si considera il fatto che in molti istituti di pena il giorno del ricevimento è stabilito in modo rigido, non cade necessariamente nel fine settimana e si può determinare, di conseguenza, una reiterazione delle assenze“.
E’ da questo “buco” normativo che è nata dunque l’esigenza di mettere nero su bianco alcune regole, che invitano le istituzioni scolastiche a porre particolare attenzione alla condizione di questi alunni e a inserire fra le possibili deroghe relative alle assenze anche queste visite, qualificandole come “ricongiungimento temporaneo e documentato al genitore sottoposto a misure di privazione della libertà personale”.
“Credo sia un bel gesto di attenzione e civiltà – conclude la Azzolina. Che evita un danno ulteriore a ragazzini che affrontano già evidenti difficoltà”.
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