Home Attualità Martina Colombari sul figlio: “Situazioni come la sua ce ne sono tante....

Martina Colombari sul figlio: “Situazioni come la sua ce ne sono tante. Un genitore non è un carabiniere, deve tirarsi indietro”

CONDIVIDI

Breaking News

March 31, 2025

  • La scuola è laica e l’ora di religione è un “fardello”: gli atei contro Valditara, concorsi, Bibbia. Snadir replica: ignorano l’essenza dei 60 minuti 
  • Contratto scuola, Fracassi (Flc-Cgil) non ci sta: “Con le risorse in campo l’aumento sarebbe di 60 euro, ci vuole uno stanziamento aggiuntivo” 
  • “Adolescence”, lezioni anti-misoginia nelle scuole inglesi. E in Italia? “Per i prof vederla è aggiornamento professionale” 
  • Fine Ramadan, anche quest’anno resta chiusa la scuola di Pioltello: alcuni genitori non ci stanno 

La showgirl e attrice Martina Colombari ha parlato dell’educazione del figlio, oggi ventenne, di recente collegato ad alcuni scandali. Il ragazzo ha lasciato la scuola, ha passato tempo in un centro penale, si è mostrato sui social in atteggiamenti fuori luogo. Oggi, però, la situazione sembra rientrata.

Colombari ha parlato a Il Corriere della Sera del rapporto col figlio e dei momenti difficili vissuti da madre. “Sta meglio. La sua è la storia di tanti adolescenti e post adolescenti in un mondo complicato. I social si sono accaniti perché è figlio di due personaggi famosi, ma di situazioni come la sua ce ne sono tantissime”.

“Gli sono stata vicina come potevo, facendo quello che dovevo per capire il suo disagio. Ora è tutto più chiaro, è seguito dalle persone giuste. Ci è voluto del tempo. Noi gli siamo stati vicini. Nel periodo di maggiore difficoltà, una giornalista, in tv, è arrivata a dirmi che mio figlio aveva bisogno di avere accanto una che fosse più madre e meno donna. Credo sia la più grande cattiveria che una donna possa dire a un’altra. Ho avuto il mio bel da fare con me stessa, ma ho trovato chi mi ha sostenuta”.

Ecco il consiglio alle altre mamme: “Tenetevi pronte”. “Mio figlio mi ha insegnato che non posso tenere tutto sotto controllo. Un genitore non è un carabiniere, deve a un certo punto tirarsi indietro. La condivisione è importante. E non dobbiamo giudicare. A volte sembra che tutti vogliano fare i genitori al posto tuo, sono tutti più bravi di te”, ha concluso.

Martina Colombari parla del figlio a scuola

Proprio in un’intervista di tempo fa nel podcast Mamma Dilettante di Diletta LeottaMartina Colombari ha parlato del complicato rapporto con il figlio, soprattutto riguardo all’educazione a scuola.

“Quello che avveniva fuori di casa era molto diseducativo: lui per un periodo ha pensato che gli fosse tutto dovuto, da qui la difficoltà nel rispettare le regole, nel rispettare l’autorità”.

Proprio per questo motivo, ha spiegato Colombari, questa fase di ribellione del figlio li ha portati anche a cambiare diverse scuole: “La sua frase storica è sempre stata ‘No mamma non è come credi’. Dopo una nota, dopo un’espulsione a scuola, dopo una marachella, dopo un petardo nel water dello spogliatoio del basket. ‘No mamma non è come credi’. Lui aveva sempre una sua versione, peccato che non corrispondesse mai alla realtà”.

E ha aggiunto: “Inizialmente lo mettevi in castigo, poi gli toglievi delle cose, poi invece ho lavorato sui premi, però poi devono sbagliare anche loro, prendere delle porte in faccia e arrangiarsi un po’. Non puoi esserci sempre tu. Lui le ha prese due sberle, anche più di due. Da me, dal padre”. 

“Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo”

“Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo,” aveva detto settimane fa. Nella vita ho fatto tante cose, ho fritto in un bar, poi ho lavorato in ufficio. Ora mi sono fermato per pensare“, ha spiegato. Il giovane ha rivelato di voler tornare a studiare, con un obiettivo chiaro: “Il 3 ho un’udienza, poi vado a riscrivermi al liceo. Mi presenterò all’esame senza dover frequentare la scuola”.

Il giovane ha poi svelato uno degli aspetti più duri del suo percorso: un anno e sette mesi trascorsi in un centro penale a Parma. “Eravamo ragazzi di tutte le età, in camere da quattro ed eravamo in trenta“, ha raccontato, aggiungendo dettagli sulle dure condizioni del centro. “Loro prendevano 160 euro a persona e a noi davano massimo un cucchiaino di parmigiano a pranzo e uno a cena. Il ketchup e la maionese solo il sabato e la domenica, le bibite solo nei festivi”.

Poi ha raccontato anche di aver lavorato in cucina e nell’orto, ma di aver perso la possibilità di utilizzare il trattore per averlo usato di notte senza permesso.

“Sbagliando si impara, e per fortuna l’ho capito adesso, meglio ora che a 50 anni. La comunità? Ne parlerò nel mio libro, tanti ricordi traumatici li ho rimossi. Però questa esperienza dura mi è servita, ma la mia testa è un po’ matta e ogni tanto ci ricasco”, ha concluso.