Si parla ancora del caso di Filippo Zolesi, il professore di matematica dell’istituto Marco Polo di Firenze che quando si è formato il Governo Meloni, lo scorso ottobre, ha commentato la nuova denominazione del dicastero di Viale Trastevere usando una bestemmia su un post Facebook, per poi scusarsi dopo aver riconosciuto l’errore.
Si è discusso tanto di quanto accaduto: subito il Ministero ha chiesto al Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana “di verificare la compatibilità dei fatti accaduti con i doveri e le responsabilità che l’ordinamento prevede per un docente”. Qualche giorno fa, poi, la decisione: il docente è stato punito con una sospensione lunga 8 giorni.
In molti credono che la decisione non sia giusta: il docente non si trovava in classe o a scuola, ma ha scritto le parole incriminate su un suo spazio “personale”, anche se potenzialmente pubblico. Un insegnante è comunque chiamato a tenere, anche in questi casi, una condotta esemplare?
Molti colleghi di Zolesi, circa novanta tra docenti e personale Ata, come riportano La Nazione e IlSole24Ore, si sono sentiti di esprimere la loro solidarietà nei suoi confronti con una lettera inviata al dirigente della scuola, Ludovico Arte, all’avvocata di Zolesi, Isetta Barsanti Mauceri, e all’Ufficio Scolastico Regionale. Qui i firmatari si riuniranno addirittura in presidio il 20 febbraio alle 15,30, a cui parteciperà anche la Cgil, che fin da subito ha difeso il professore.
Ecco il testo integrale della lettera, in cui i firmatari chiedono la revoca del provvedimento:
“Docenti e personale A.T.A. firmatari/e dell’I.T.T. Marco Polo di Firenze avvertono la necessità e l’urgenza di intervenire a sostegno del prof. Filippo Zolesi, per il quale è stata disposta una sanzione disciplinare, a seguito di un commento, senza dubbio inopportuno, espresso sui social.
Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni che hanno indotto l’Usr a emanare con severità e drasticità un provvedimento, le cui conseguenze di natura economica, sociale ed educativa, avranno inevitabili ricadute, non solo personali, ma anche collettive. Sentiamo, però, la necessità di manifestare la nostra totale solidarietà nei confronti di Filippo, difendendo con forza le sue indubbie qualità educative, messe, inevitabilmente, in discussione dalla decisione presa, una decisione che pare voler stigmatizzare l’insegnante in quanto inadatto all’esercizio del ruolo di formatore ed educatore, a causa del commento, che – è opportuno sottolineare-, non è stato formulato nell’ambito dello svolgimento della sua professione. Il prof. Zolesi svolge attività politica di consigliere presso il Quartiere 4; nell’ambito di questa funzione è pienamente titolato a commentare decisioni politiche.
Filippo Zolesi, noto per la condotta irreprensibile, l’impegno e la serietà che lo caratterizzano, si distingue anche per la discrezione, affabilità e la gentilezza che mostra quotidianamente non solo nei confronti delle/dei colleghe/i, ma anche delle/degli studentesse/studenti.
Infatti, in primo luogo, da diversi anni, in virtù della sua preparazione e delle sue competenze, ricopre li ruolo di animatore digitale della scuola, nel quale si è sempre speso con instancabile generosità, rendendosi disponibile a curare gli aspetti tecnici dell’organizzazione di incontri, seminari, riunioni e assemblee scolastiche. Inoltre, quest’anno ha anche preso in carico la costruzione dell’orario delle lezioni nella nostra scuola, riuscendo a soddisfare, con pazienza e scrupolosità, le richieste e le necessità di 150 docenti e 1500 discenti. Infine, Zolesi, animato da un appassionato entusiasmo, si è dimostrato in numerose occasioni sensibile e attento ai bisogni di alunne e alunni, soprattutto nei momenti di difficoltà, attivando vari e articolati percorsi e progetti formativi, finalizzati al raggiungimento del loro benessere e del successo, mettendosi in gioco, e realizzando svariate attività con dedizione e umanità, in una prospettiva mai meramente didattica.
In questo frangente, la sospensione dalla docenza per una settimana e dalla partecipazione agli esami di maturità per due anni, comporterebbe numerosi disagi, significativi e di lunga durata, creando disorientamento nelle classi in cui li collega insegna, private da un giorno all’altro di un valido insegnante, e per le/i maturande/i, che alla fine dell’anno sosterranno l’esame conclusivo del percorso scolastico senza uno dei propri docenti. Filippo Zolesi, in conclusione, è un ottimo docente e un collega esemplare. Consideriamo profondamente ingiusto il provvedimento che lo ha colpito e gli manifestiamo la massima solidarietà”.
Anche altre scuole fiorentine si organizzeranno, a quanto pare, per far sentire la propria voce. E gli studenti? Molti alunni della scuola dove insegna Zolesi, riporta ancora La Nazione, sono dalla sua parte. “Per noi studenti di quinta perdere delle ore di lezione può creare delle difficoltà in vista dell’Esame. Per il momento stiamo uscendo prima da scuola ma sinceramente non trovo sia corretto. Siamo senza professore in vista della maturità”, ha detto un alunno di quinta superiore.
“Il comportamento del docente riguarda il suo tempo fuori dalla scuola, non ha senso sanzionarlo. In più ci dà sempre una mano e non ha mai parlato di politica in classe, sembra che non potrà nemmeno far parte delle commissioni d’esame”, ha fatto eco un altro.
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