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Filler e botox regalati per la promozione a scuola, l’allarme: “I genitori dicono sì come fosse un viaggio o un motorino”

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La generazione attuale di ragazzini si può definire Generazione Botox? A quanto pare sì: la voglia di apparire perfetti sui social e fuori e di assomigliare a tante beauty influencer sta generando un desiderio crescente da parte di giovanissime di ricorrere a lifting e chirurgia estetica. Lo riporta Il Corriere della Sera.

I centri di medicina estetica sono praticamente presi d’assalto da ragazze sempre più giovani, spesso adolescenti, anche tredicenni, per rifarsi naso o labbra. Un intervento del genere è spesso ciò che chiedono ai genitori o ai parenti come regalo per i diciotto anni, o per la promozione a scuola o per Natale o un qualsiasi traguardo.

I pericoli

O, peggio ancora, acquistano sul web “filler fai da te”, improbabili sieri effetto lifting da iniettarsi nella pelle seguendo un semplice tutorial. “Il problema nasce quando la minorenne è accompagnato dal genitore il quale pensa che la medicina estetica possa essere un regalo come un altro alla pari di uno smartphone, di un viaggio o di un motorino”, spiega Roberta Lovreglio, dermatologa barese e coordinatrice nazionale del Cre, il Centro di medicina estetica e rigenerativa della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori). 

“Spesso sono gli stessi genitori ad assecondare le richieste delle figlie senza rendersi conto che questa procedura, se non effettuata da personale competente, può causare danni più o meno gravi. Noi medici abbiamo il dovere di spiegare a queste ragazze, ma soprattutto ai loro genitori, i rischi che si possono nascondere dietro alcuni trattamenti inutili in giovane età e che quei volti a cui si ispirano sui social spesso sono il frutto di immagini trattate con filtri fotografici o con l’intelligenza artificiale. Sono, quindi, standard di bellezza irrealistici e impossibili da raggiungere. Questi adolescenti vanno però seguiti e indirizzati. C’è un’alta percentuale di ragazze che, pur di raggiungere l’obiettivo, si rivolge in autonomia ad operatori non medici che lavorano in ambienti non a norma e senza titoli specialistici o, peggio ancora, si auto iniettano il botulino e sostante non sterili acquistate sul web”, ha aggiunto.

Il caso della giovane morta dopo un intervento

Proprio qualche settimana fa si è parlato moltissimo del caso di una 22enne originaria della provincia di Siracusa che è morta in seguito ad un intervento estetico compiuto a Roma. La giovane si è informata sul medico a cui rivolgersi su TikTok. La giovane era arrivata dalla Sicilia per un filler rinoplastico, una parziale e provvisoria modifica dell’aspetto del naso.

Come riporta Il Corriere della Sera, con lei, il 4 novembre, c’era il fidanzato, che ha ripreso i drammatici momenti dei tentativi, purtroppo vani, di rianimazione della ragazza dopo il malore improvviso. La puntura che le era stata appena fatta le aveva causato tremori, nausea, giramenti di testa.

Di lì in poi è stato un peggioramento irreversibile, nonostante il ricovero d’urgenza. L’ipotesi più probabile è che si sia trattato di uno choc anafilattico sul quale, più che l’autopsia disposta ieri, potranno dare risposte gli esami tossicologici che verranno effettuati.

Tra la documentazione mancante c’è il foglio sul consenso informato che la ragazza avrebbe dovuto firmare. Non è chiaro se alla ragazza sia stato spiegato nei dettagli il tipo di intervento a cui stava sottoponendosi e se le sia stata sottoposta la domanda di rito su eventuali intolleranze ai farmaci. Lei avrebbe inviato via WhatsApp i risultati di un elettrocardiogramma e delle analisi del sangue e forse neanche sapeva di essere allergica al farmaco.

Il sospetto è che l’ambulatorio non disponesse di tutti gli strumenti necessari a fronteggiare emergenze di questo tipo ed è per questo che le indagini si concentrano anche sul regime in cui operava lo studio, ora messo sotto sequestro