Il film girato e interpretato da Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”, il cui tema principale è la violenza sulle donne, continua a macinare record su record, dopo più di un mese dal suo ingresso nelle sale italiane. Sono in molti ad aver sottolineato l’importanza di far vedere questo tipo di prodotti culturali nelle scuole.
Un imprenditore di Lodi, che è voluto rimanere anonimo, come riporta Fanpage.it, ha deciso di comprare 400 biglietti del cinema per vedere la pellicola e regalarli agli studenti di una scuola. Lo ha deciso dopo averlo visto, e averne colto l’essenza.
L’uomo crede che sia importante sensibilizzare contro la violenza di genere i giovanissimi; da qui la chiamata al Comune di Lodi, con cui ha organizzato la proiezione del film avvenuta oggi, 16 dicembre, dedicata agli alunni di quattro centri di formazione professionale di Lodi, di alcune terze medie e per una classe di un istituto professionale.
“Nella chiacchierata che ho avuto con l’imprenditore mi ha spiegato come abbia trovato essenziale la pellicola per sensibilizzare proprio i più giovani della città sui temi dei diritti delle donne e sulla condizione femminile nella storia”, ha spiegato l’assessora all’Istruzione Laura Tagliaferri a Il Cittadino, che ha riportato la notizia. “Mi ha espresso il desiderio di poter pagare il biglietto al cinema per 400 ragazzi della città e ha chiesto l’aiuto del Comune per poter individuare le scuole e rendere concreta questa proposta educativa, dopo aver contattato il cinema Moderno per ottenere una disponibilità”.
Considerata l’entusiasmante accoglienza del pubblico e i grandi apprezzamenti della critica per l’ultimo film di Paola Cortellesi, Ancodis ha lanciato una petizione ai Ministri Valditara e Sangiuliano per finanziare la visione gratuita del film per tutti gli alunni della scuola italiana.
Nel frattempo sono moltissime le scuole che hanno deciso di mostrare la pellicola agli alunni in classe o al cinema o coloro che stanno invitando i docenti a farlo: “Oggi la scuola ci ha portato al cinema a vedere il film di Paola Cortellesi. Una sala piena di ragazzi e ragazze di tutte le età, una sala piena di empatia. Io e le ragazze attorno a me abbiamo pianto, ci siamo prese la mano e ci siamo sorrise. Se potete, guardate il film”, “Proiettare il film di Cortellesi in ogni scuola con un dibattito forte”, Sono finalmente riuscita a recuperare ‘C’è ancora domani’ della grandissima Paola Cortellesi. Che dire? È un film che andrebbe fatto vedere a scuola. Un gioiello del cinema italiano che spesso è tanto bistrattato ma che va esaltato quando produce perle del genere”, questi alcuni dei commenti su X.
In una scuola, addirittura, una docente ha deciso di far recitare ai propri alunni alcune scene della pellicola. Come riporta Il Mattino, si tratta di una scuola del napoletano. La Cortellesi ha anche dialogato con alcuni studenti al Cinema Moderno, a Roma, dopo la visione, come riporta La Repubblica.
Ecco le sue parole: “Le famiglie devono educare i figli, ma anche se lo fanno bene poi ci sono le sollecitazioni esterne, i device, gli amici. A tredici anni io volevo sentirmi parte di un gruppo. Ai ragazzi va detto di avere fiducia in sé stessi e libertà di scegliere in base a esempi familiari. Ma, oltre alla famiglia è la scuola che deve formare gli individui che entreranno nella vita civile del Paese. E si deve fare carico di questo. Ma servono esperti, non basta la buona volontà dei professori”.
E, sull’educazione all’affettività a scuola Cortellesi ha insistito: “Sono convinta che ci sia bisogno di parlarne in classe e che diventi una materia curriculare. Non va affrontata come un momento, qualcuno che, mentre sei intento ad altro, entra dicendo ‘salve, io sono… e oggi vi voglio parlare…’, non è un buon modo di ottenere l’interesse dei ragazzi’. Per Cortellesi è “fondamentale l’educazione all’affettività, al rispetto degli altri, alla sessualità, al rispetto del proprio corpo e di quello degli altri, della privacy propria e degli altri. Credo serva un percorso di studi che segua il bambino dalla scuola dell’infanzia fino alle superiore. Questa materia darebbe occasione ai ragazzi di parlarne con esperti, pedagogisti preparati. Spero che si lavori tanto, sodo perché questa cosa accada. Deve essere una cosa pensata, finanziata e messa in atto”.
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