Oggi, 4 novembre, è prevista la visione, nelle scuole, del film “Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa“, pellicola sul caso di Andrea Spezzacatena, il giovane che si è ucciso nel 2012 quindici anni perché vittima di bullismo a causa del suo modo di vestire.
Il film uscirà nelle sale il prossimo 7 novembre, ma oggi sarà visto dagli studenti di tutta Italia. Come ha scritto la madre dello studente, a vedere il film oggi in anteprima nazionale saranno circa 60mila ragazzi. Ed ecco poi un invito per gli insegnanti: “Se stamane i docenti si fanno un selfie con gli studenti in sala e me lo inviano, sarò ben felice di caricarlo sulla pagina. Facciamola vedere quest’onda rosa”.
Ieri, a Domenica In su Rai1, Manes ha detto che poco dopo la morte del figlio una docente della scuola le ha scritto una lettera consigliandole di non dire più nulla pubblicamente, come per riserbo sul disagio del ragazzo. Consiglio che la donna non ha mai voluto seguire.
L’evento si inserisce all’interno della giornata “Uniti contro il bullismo”. Al termine della proiezione, come riporta Coming Soon, sarà possibile seguire la diretta streaming con la mamma di Andrea, Teresa Manes, il protagonista Samuele Carrino, la regista Margherita Ferri, Arisa e la giornalista Federica Angeli a moderare.
Come sappiamo attorno al film c’è stato un polverone: alla presentazione Roma ci sono state urla insieme ad insulti e commenti omofobi e di cattivo gusto da parte degli studenti.
A intervenire sull’accaduto è stato anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che in un post su X ha dichiarato: “Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, dr. Anna Paola Sabatini, e ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente”.
Qualche giorno dopo anche dei genitori di una scuola media di Treviso hanno avuto da ridire sulla proiezione della pellicola, sostenendo che la sua visione avrebbe potuto avere influssi “negativi” sui loro figli. Poi l’istituto ha cambiato idea:
I docenti hanno visto il film preventivamente: “I genitori in quell’occasione hanno parlato coi docenti chiedendo informazioni sul film e sul fatto che i professori lo avessero già visto – spiega la preside – lo spostamento di data nasce da lì, dall’opportunità di fare un passaggio preventivo. Forse si sono capiti male con i referenti del cinema, non avevamo intenzione di disdire totalmente ma di fare un passaggio prima noi, vista la richiesta dei genitori”.
“La perplessità dei genitori c’era – aggiunge – ma si fidano della scuola, hanno quindi chiesto ai docenti di vagliare personalmente il progetto didattico per quell’occasione. Così è stato fatto. Mi sembrano tutte posizioni legittime”. “Se non lo proietteranno le scuole, lo farà il Comune”, aveva detto il sindaco di Treviso Mario Conte, augurandosi il dietrofront dei dirigenti e dei genitori contrari alla visione del film da parte dei ragazzi. A quanto pare non sarà più necessario.
Del delicato tema del bullismo, legato ai recenti fatti di cronaca e alla proiezione del film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” abbiamo parlato nel corso della diretta della Tecnica della Scuola di mercoledì 30 ottobre, alle ore 16,00. Ospiti la docente e scrittrice Stefania Auci, il direttore del portale Skuola.net Daniele Grassucci e il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani.
Ecco perché sarebbe giusto vedere il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa“ secondo la scrittrice Stefania Auci: “I film e i video arrivano in maniera più diretta rispetto alle parole. Risulta fondamentale fare arrivare i ragazzini preparati. Magari i ragazzini che hanno fischiato non avevano avuto contezza della storia. Il disagio va smontato, va spiegato, va fatto capire che se c’è una differente inclinazione da parte di un compagno va rispettata e non dileggiata. Ma è un lavoro lungo, io per quello che vedo la vedo difficile”, ha concluso.
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