La citata legge 143 prevedeva in effetti la eliminazione del precariato, non la semplice diminuzione. Infatti l’articolo 1bis stabiliva che, entro il 31 gennaio del 2005, venisse emanato “un piano pluriennale di nomine a tempo indeterminato che, nel corso del prossimo triennio, consenta la copertura dei posti disponibili e vacanti”. Quindi dei posti vacanti e disponibili, non di alcuni posti soltanto.
Gli insegnanti che lavoravano stabilmente nelle scuole statali, in organico di diritto e in organico di fatto, erano nel 2004/2005, secondo il Miur, 124.700 (93.738 con contratto fino al 30 giugno e 33.662 con incarico annuale), senza includere gli altri 15/20 mila precari che hanno lavorato con supplenze brevi in sostituzione di colleghi assenti per malattie, gravidanze, ecc. A questi sono da aggiungere i circa 80 mila del personale ATA. Si tratta quindi di oltre 200 mila precari in servizio.
Per avere un quadro completo bisogna tenere conto di come il precariato si riproduce ogni anno con la sostituzione di posti di ruolo lasciati liberi dai docenti che vanno in pensione.
Nell’anno 2005 sono andati in pensione 23.888 unità di personale (infanzia 1.671, primaria 5.234, secondaria 1° grado 4.538, secondaria 2°grado 5.157, Ata 7.282). Stimando in altri 47 mila nel successivo biennio i prossimi pensionati, emerge un turn-over di oltre 70 mila unità, soddisfatto appena dal programma di immissioni in ruolo nel triennio 2005/2007 (40 mila nel 2005 compresi gli Ata e 30 mila nel 2006/2007).
Anche i prossimi docenti che entreranno in ruolo saranno scelti per metà dalle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami e per l’altra metà dalle graduatorie permanenti, ove gli aspiranti ad una chiamata sono circa 500mila.
Ma il vero problema riguarda ora la copertura finanziaria. La legge 143 infatti non solo individua lo strumento del piano triennale, ma afferma che “all’attuazione del piano di cui al comma 1 si provvede mediante finanziamenti da iscriversi annualmente nella legge finanziaria”. L’attuale testo della Finanziaria, in particolare l’allegato C che contiene gli stanziamenti autorizzati in relazione a disposizioni di legge la cui quantificazione annua è demandata alla legge finanziaria” non contiene alcun finanziamento.