Il “telamone”, che è stato in qualche modo il simbolo di Agrigento, nonché testimone della magnificenza dell’Akragas greca, essendo una delle colossali statue antropomorfe che sostenevano l’architrave del tempio di Zeus Olimpio, è stato riportato in posizione eretta nella splendida “Valle dei templi”.
La statua, alta quasi 8 metri, è sostenuta da una struttura in acciaio di 12 metri alla quale sono ancorate delle mensole dove sono collocati i singoli pezzi del monumento riassemblato.
Un’opera straordinaria per bellezza, forza, dimensione e potenza evocativa.
Lo studio del Telamone ha portato alla precisa catalogazione degli elementi ancora in situ, individuando più di 90 frammenti che appartenevano ad almeno otto diversi telamoni e, di uno di essi, si conservavano circa i due terzi degli elementi originari che lo componevano.
In ogni caso, dopo venti anni di restauri il “gigante di pietra” ha avuto il suo riscatto e oggi è stato presentato, come un personaggio illustre e ambasciatore di una civiltà da cui tutto è pervenuto, con una cerimonia alla quale hanno preso parte il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.
L’intero progetto di musealizzazione dell’area dell’Olympieion, include la prossima ricostruzione a terra di una parte della trabeazione e della cornice del tempio, in modo da rendere un’idea più concreta delle dimensioni colossali e dell’unicità del monumento ma, nello stesso tempo, proteggere i reperti.
“Il lavoro che abbiamo condotto sul telamone e sull’intera area dell’Olympeion – dice Roberto Sciarratta, direttore del Parco della Valle dei templi – risponde perfettamente alla nostra mission di tutela e valorizzazione della Valle dei templi, insieme all’identificazione, alla conservazione, agli studi, alla ricerca e alla promozione di ogni intervento che porti lo sviluppo di risorse del territorio. Sin dal 2019, da quando sono alla guida del Parco, ho fatto mio il progetto del precedente direttore Pietro Meli, ma ho anche risposto al grande fascino esercitato da questi colossi di pietra, dal tempo antico ad oggi”.
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