Messa di fronte alla difficoltà che i fuorisede dell’università di Milano devono ogni giorno affrontare, Lara Comi, eurodeputata Pdl, enuncia alcune proposte, non presenti però nel programma del suo partito, sulla scuola: facciamo timbrare il cartellino ai prof.
Senza infingimenti, né difficoltà, ma nella pienezza del suo ruolo, l’on Lara Comi, quasi ha gridato con orgogliosa pienezza la sua proposta di dotare gli insegnanti italiani di regolare cartellino da timbrare all’ingresso a scuola e poi all’uscita, per favorire, ha detto, la meritocrazia.
In altre parole, per l’esponete del Pdl, il merito si perfezionerebbe con il timbro quotidiano del cartellino, significando con ciò che i professori sono impiegati dello Stato che vanno controllati e monitorati perché, a quanto risulta, sono degli emeriti perdigiorno, neghittosi e scansafatiche.
E la proposta, vista senza altri orpelli, appare coerente anche con le dichiarazioni pregresse dell’intero staff del partito di Berlusconi a partire dall’ex ministro Brunetta e continuando con Gelmini e Tremonti.
Ora, al di là della campagna elettorale, non si capisce il motivo per il quale gli esponenti di punta del Pdl abbiano una così scarsa considerazione del lavoro dei professori reclutati dallo Stato e tanta presunta acredine.
Una riflessione cha da tempo facciamo, ma senza trovare una coerente risposta che non sia quella, esplicitata dall’on. Centemero, di implementare una scuola paritaria parallela, sul modello Lombardia e con voucher alle famiglie, che costerebbe di meno e che consentirebbe la nascita di una sorta di industria dell’istruzione in mano ai privati, così come accade con la sanità.
E niente di strano che, partendo proprio dai possibili risparmi che una tale proposta porterebbe, il Pdl, se dovesse ancora una volta guidare l’Italia, andrebbe a coprire parte di quei buchi della spesa pubblica nei confronti della quale anche Profumo, e il governo Monti, hanno cercato in tanti modi di intervenire con altrettante proposte choc.
E dopo il tesserino anche il tornello? Vedremo.
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