Finalmente quello che AESPI aveva da sempre auspicato si realizza: un insegnante al Ministero dell’istruzione. In altre ma equivalenti parole: un uomo di scuola al Ministero della scuola.
Sembra un miracolo, dopo il susseguirsi sullo scranno di Gentile di persone provenienti da tutt’altre esperienze, fino all’ apoteosi costituita dal Ministro uscente, donna di corti studi ma di lungo curriculum. Marco Bussetti è stato anche dirigente del MIUR, ma confidiamo che la lunga sosta nelle ovattate stanze non gli abbia fatto cadere dalle falde della giacca la povere del gesso. Lo giudicheremo alla prova.
Nel frattempo, salutiamo il collega di lungo corso, e salutiamo, insieme al ritorno del principio di competenza, quello del suo fratello maggiore il principio di realtà.
Bussetti ha davanti a sé un compito non facile. Chi frequenta le aule scolastiche conosce le problematicità dell’istituzione e su quali direttrici operare. Ci limitiamo qui a indicarle in estrema sintesi: centralità della lezione, sburocratizzazione, valorizzazione dei docenti, abbandono delle suggestioni della scuola-azienda e della scuola-progettificio, fermi limiti alla medicalizzazione di massa di studenti svogliati o incapaci.
Ci rendiamo conto che, così enunciate, queste linee guida possono significare tutto e niente. Ma indicano, se non un percorso, almeno una prospettiva. Ogni passo, anche piccolo, in questa direzione, sarà dopo il lungo vaneggiare un ristoratore bagno di saggezza.
Alfonso Indelicato – Aespi